A prescindere da quanto farà nell’ultimo giorno di mercato, il Napoli ha lanciato la sfida alla Juve con la convinzione di poterla vincere. Nelle ultime due stagioni, da quando la Juve è tornata la Juve, anzitutto grazie a Conte, gli azzurri l’hanno battuta una sola volta, nella finale della Coppa Italia 2012. In campionato, due ko a Torino e due pareggi a Napoli; a Pechino, nella sfida per la Supercoppa, la bruciante sconfitta accompagnata da polemiche per la mediocre prestazione del team arbitrale. Le partite del 10 novembre 2013 a Napoli e del 30 marzo 2014 a Torino potrebbero avere un differente esito perché la squadra sembra aver compiuto un salto di qualità mentale con Benitez, allenatore di chiara fama internazionale.
A dispetto dei risultati ottenuti – due scudetti e due Supercoppe – Conte è preoccupato. Alla vigilia del debutto sul campo della Samp ha ricordato i milioni spesi da altri club, in particolare dal Napoli, a differenza della Juve; prima di affrontare la Lazio, ha sottolineato l’amarezza per la cessione di Matri al Milan, accusando la dirigenza di aver indebolito la squadra. Evidentemente il potere può logorare anche chi ce l’ha, soprattutto se Inter, Roma, Milan e Fiorentina – non soltanto il Napoli – legittimano sul campo le loro ambizioni.
Il Napoli è cresciuto già in queste settimane. Lo si vede dalla personalità e dall’atteggiamento tattico. Gioca, la squadra, senza preoccuparsi dell’avversario. Sabato non si è fatta prendere dall’ansia dopo la doppia rimonta di Paloschi, ma con intelligenza ha messo nuovamente sotto il Chievo, ispirata dallo straordinario Hamsik. Arrivato ventenne a Napoli, Marek ha avuto un’incredibile crescita. Grande intelligenza tattica, ottima tecnica, capacità di inserimento, eccellente tiro. Benitez gli lascia libertà di manovra, come peraltro faceva anche Mazzarri, che rinunciò subito al progetto di far arretrare lo slovacco a centrocampo: il lavoro da mediano non fa per lui e soprattutto per la squadra. Accanto a lui, Callejon, che sa coprire e ha fiuto del gol, e Insigne, un grande talento, riconfermato da Prandelli in Nazionale.
Il gap rispetto alla Juve – a leggere le prime due partite di campionato – è quasi colmato. Tutto è migliorabile, in particolare la difesa e non per gli sbandamenti visti a Verona perché gli errori capitano dovunque. Anche nel reparto di Conte, che rappresenta la Nazionale: una leggerezza ha favorito il gol del laziale Klose. Se l’uomo per completare la rosa è Skrtel, o Astori, o Criscito, bene: l’investimento sarebbe assicurato. Se il rinforzo non è adeguato alla statura di questa squadra, invece, meglio ricordarsi che i milioni non si buttano al vento e che a disposizione di Benitez vi sono Cannavaro, punto di riferimento del reparto ininterrottamente dal 2006 al 2013, e Fernandez, che in questa stagione potrebbe liberarsi dall’imbarazzo di essere titolare nell’Argentina e difensore a gettone nel Napoli.
Fonte: Francesco De Luca per Il Mattino