Nessuno che ringhia contro l’altro. Anzi. “Benitez è un ottimo allenatore oltretutto molto simpatico. Sono certo che entrerà rapidamente nel cuore dei napoletani” la frase che Conte ha ripetuto a lungo per i corridoi svizzeri ammettendo di aver trovato nell’ex tecnico di Liverpool e Valencia “una persona molto garbata e intelligente”. Un idillio, in pratica. I due non si conoscevano e Conte fa fatica a ricordare se, per caso, ha giocato contro una squadra guidata da Rafa. Di certo, in panchina, è un duello inedito: quando Benitez era all’Inter, Conte guidava il Siena. In serie B.
Clima diverso, rispetto a pochi mesi fa. Alla guida del Napoli non c’è più Mazzarri e allora Conte si lascia andare in dolcezze e carezze. Con Walter, al contrario, mai. I due si detestavano e, di sicuro, si detestano ancora. In due anni di rivalità tra Napoli e Juve se ne sono sempre scambiate di ogni genere. Tantissime allusioni, frasi in sospeso, misteriosi riferimenti, replica a vecchie interviste, messaggi che solamente loro due avevano il codice per decifrare. Ora sembra tutto diverso: alla base di tutto, ci sarebbe la stima di Conte per Benitez. Peraltro contraccambiata. A Rafone, in fondo, poco importa che l’allenatore bianconero abbia fatto meno gavetta di lui. Benitez dà il via davvero a un nuovo corso. Tra i due sembra esserci grande feeling: al momento, non è apparenza. Entrambi sono sanguigni, duri, coerenti, logoranti. Passano ore a studiare, sono maniaci del dettaglio. Hanno sempre spremuto sangue dalle rape, trasformando buoni giocatori in campioni. L’allenatore bianconeri sa che ha davanti a sé un maestro, più che un nemico. Lontani ricordi, dunque, le memorabili operazioni di spionaggio azzurro e controspionaggio juventino dispiegate la scorsa estate a Pechino, prima della Supercoppa: il segno, probabilmente, che uno aveva paura dell’altro. No, adesso tra i tecnici delle due principali rivali per lo scudetto non fioccano frecciate. Ve li immaginate Mazzarri e Conte, appena un anno fa, prendere un caffé in un bar chiacchierando del più e del meno? No, impossibile.
La sfida è appena cominciata. E per un attimo, solo per qualche attimo, è sembrata quella dei vecchi tempi. Come quando, con grande sicurezza, Rafa si era sbilanciato in quel pronostico: “La Champions? Non la vince la Juve, ci sono almeno quattro o cinque squadre più attrezzate”. Musica per le orecchie del popolo azzurro. Per poi rimediare dopo: “Ma questo non significa che non la possa vincere”. Così quasi non vale.
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 7 Set 2013 - 11:19