Vargas fa faville col Cile e può tornare a Napoli: la parola spetta a Benitez

vargas_chile-320x233Quasi ad omaggiarlo. Un tributo alla memoria. Un gesto simile nel giorno del suo centesimo anniversario. Il mito è Leonidas da Silva, attaccante brasiliano, uno dei più forti di sempre. Nato il 6 settembre del 1913. E’ lui per tutti l’inventore della rovesciata. Quella che in Sudamerica chiamano la cilena. Perché in fondo, a farla, per la prima volta, non era stato lui. Ma Ramon Unzaga: cileno, ovviamente. Vero. Fin qui la storia. Con quei contorni così sfumati che ne fanno un po’ una leggenda. Con la verità che è di tanti, forse di troppi. E che cambia come la  nazionalità di chi l’ha raccontata. Eppure, un secolo dopo, è sembrato destino. Da Leonidas da Silva a Edu Vargas. Col paragone che è solo nella giocata. Un colpo da romanzo. Da letteratura del pallone. Uno di quelli che hanno ispirato le fervide penne dei poeti più appassionati dell’America latina. Edu Vargas ha rinfrescato i ricordi. Un gol amarcord. Una cilena, appunto. Non proprio. Però spettacolare lo stesso. Acrobatica. E con tutti i tratti tipici. Spalle alla porta, torsione volante, girata e palla all’angolo dove il portiere non ci può arrivare.

CHE GOL  – Cento anni dopo. L’eredità in un momento. In una rete, in un guizzo da attaccante ormai ritrovato. Dalla nazionale. Dal Napoli soprattutto. Che ne è ancora il proprietario del cartellino e che ora riflette sul suo futuro. Lo guarda, lo osserva. Poi deciderà che fare. Cile-Venezuela la partita di Edu Vargas. Qualificazioni mondiali 2014. Il minuto è il decimo. E pure questo è un presagio: è il numero delle magie. Lancio dalla trequarti. Vargas l’aggancia, stop giusto, si gira e in un attimo la mette sul secondo palo. E’ quasi la cilena. E Vargas fa urlare di una gioia pazza il telecronista: golazoooooooo; scritto e ripetuto all’infinito, con la o periodica e l’eco che arriva fin dentro le case, valica l’Oceano, arriva a Napoli, porta dritto in Brasile. Cile terzo dietro Argentina e Colombia. Vargas l’uomo del match, il bomber mondiale, ora tra i primi nella classifica cannonieri delle qualificazioni. Comanda Suarez. Segue Higuain. Messi è sul podio. Poi Falcao ed ecco Vargas. Due azzurri tra i primi cinque. Quasi due: intero il Pipita, a strisce Gremio Vargas. Otto mesi in prestito. Per giocare, per trovare continuità, per ribadire quelle qualità da dodici milioni di euro. Fu il crac del mercato. E neanche tanto tempo fa. C’era la fila per averlo. Lo volevano tutti. Inter, Chelsea, Zenit, la spuntò il Napoli: convinto da quei guizzi, da quelle accelerazioni improvvise, da quegli undici gol in Coppa Sudamericana che mai nessuno aveva fatto nella storia.

FUTURO – Universitad de Chile, Napoli e adesso Gremio, il triangolo del mercato che si chiude a dicembre 2013. Scade il prestito, si rinnova il quesito: che fare? Vargas talento puro. Evidente. Però da valorizzare. E allora si valuta l’adattabilità al calcio italiano, si misura la maturità, si pesa quella crescita che sembra ormai completata. Deciderà Benitez. Che allunga il collo, getta lo sguardo, scruta. Il Brasile è lontano eppure vicino. E’ in un clic, in un file del computer, è in un’ora e mezza di partita da guardare a Castel Volturno per verificarne i progressi. Quattro mesi ancora di tempo. Vargas titolare in nazionale, importante nel Gremio, poi chissà. Il mercato di gennaio l’opportunità per scegliere il meglio. Lasciarlo lì, cederlo definitivamente oppure riportarlo a Napoli, e rilanciarlo, restituendogli una maglia e un’altra possibilità. Stavolta da sfruttare. Vargas con Benitez. Un’ipotesi, per ora. Solo questo. Eppure ci sarebbe un buco in organico, un doppione, un uomo che manca. Due titolari per ruolo. Veri, specifici, effettivi al di là della capacità di adattarsi di ognuno qua e là. Due in ogni zona del campo eccetto che a destra: alto nei tre, un po’ punta esterna un po’ anche tornante. Higuain-Zapata i centravanti. E poi Insigne-Mertens, Hamsik-Pandev e Callejon: solo, scoppiato, lì a destra aspettando forse Vargas. Il posto ci sarebbe, chissà la volontà. Lui intanto fa gol. Vargas cileno e cilena.

Fonte: Il Corriere dello Sport

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