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L’editoriale di Elio Goka: “Dolci ritardi di mercato dopo i nove anni del nuovo Napoli”

Rinnovi di contratto a parte – di quelli si parla per tutto l’anno – il calciomercato dovrebbe aver chiuso battenti. Nemmeno per sogno. O i direttori generali sono ritardatari cronici, ma talmente cronici da attardarsi oltre il tempo utile, oppure il gong è un momento, il segnale di una pausa che dice a tutti basta, arrangiatevi con le squadre che avete ma continuate pure a far squillare telefonini e a dare i numeri insieme a trasmissioni tv e giornali.

Il mercato va avanti lo stesso, pure il giorno dopo la sua chiusura ufficiale, e non perché si iniziano le trattative per la nuova stagione, o magari per gennaio – un senso ce l’avrebbe – ma perché sarebbe una saudade mediatica se le voci su questo e su quello facessero immediatamente silenzio.

Al Napoli un po’ piace far sentire i propri tifosi fuori dal mondo, nel bene e nel male. Piovono suggestioni di giovani calciatori con l’aria vikinga e i nomi impronunciabili. Si leggono di trattative per giocatori già contattati in estate, col dubbio qualità in difesa e il resto delle carte col marchio doc, questa volta incontestabile.

I nomi grossi, quelli del calcio che conta, sono stati già iscritti all’anagrafe dei vedremo a gennaio, in quella lista della riparazione che si spera non faccia esclamare, quando sarà, all’avevamo detto che bisognava muoversi per tempo. Ma non ditelo ai direttori. Quelli a volte danno l’impressione di correre dietro al bianconiglio, e sistematicamente senza afferrarlo.

Adesso, in fondo, non è più tempo di radiografie alla rosa, di valutazioni alla maniera della partita doppia. Ora già compare all’orizzonte il brivido Champions, subito targato finalista scorsa edizione, i nuovi impegni di campionato, che saranno di certo molto più impegnativi di quelli delle due prime gare.

A proposito d’impegni. Nove anni fa nasceva il nuovo Napoli, quello che si chiudeva alle spalle il croce e delizia dell’era Ferlaino, delle riparazioni, delle banche e dei tribunali, della gloria impacchettata e svenduta per quattro soldi, soprattutto in barba a ogni forma di dignità.

Nel 2004 finiva la “prima repubblica” azzurra e iniziava il dispotismo illuminato del magnate De Laurentiis. Monarca egocentrico, showman all’italiana e signor so tutto io, ma con lui, bisogna ammetterlo, anche le deviazioni del calciomercato fuori tempo massimo hanno un senso.

Forse rientra pure la misura nella gestione oculata delle cose. Per questo qualcosa è arrivata subito e qualche altra no. Meglio prestarsi ai pettegolezzi del giornalismo acca 24, seguire il mercato, che “stare sul mercato” col cartello merce in svendita, pure se pregiata. Il Napoli c’è stato, una volta.

Sebastiano Di Paolo, alias Elio Goka

Articolo modificato 10 Set 2013 - 18:33

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redazione