Rybolovlev è solo l’ultimo: ecco tutti i ricconi del nuovo calcio

Roman-Abramovich-Chelsea-007L’ultimo della lista ha vissuto per anni all’ombra del Cremlino. Praticamente semisconosciuto, prima di far felici i tifosi del Monaco e far arrabbiare mezza Grecia per aver acquistato l’isola di Skorpios dagli eredi di Onassis. Il miliardario russo Dmitry Rybolovlev, ha rilevato il club monegasco solo nove mesi fa mentre ancora giocava in seconda divisione, ha versato 60 milioni in contanti all’Atletico Madrid per acquistare Falcao. E non si è fermato: e così ha speso altri 70 milioni per Kondogbia, Rodriguez e Moutinho.

Il mondo del pallone è loro: di russi, sceicchi e di qualche tycoon americano. In principio era Mohammed Al Fayed, l’egiziano che la Regina Elisabetta ha sempre guardato di traverso: proprietario dei magazzini Harrods, Al Fayed si comprò il Fulham, club del quartiere a ovest di Londra. Correva l’anno 1997. Oggi il campionato inglese è per metà di proprietari extra Ue: due russi, Abramovich e Zingarevich, un malese, uno sceicco arabo, Mansour Bin Zayed Al Nahyan, il mecenate del Manchester City, ben cinque statunitensi. Roman Abramovich era uno sconosciuto oligarca: oggi è lo stimato proprietario del Chelsea che ha condotto, per la prima volta nella sua storia, a conquistare la Champions League. Qualcuno ha sommato gli acquisti e gli ingaggi che ha pagato negli ultimi 8 anni tra calciatori ed allenatori: quasi 900 milioni di euro.

Tamin Bin Hamad Al Thani è uno dei discendenti diretti al trono del Qatar. Nel 2011 ha deciso che Parigi valeva bene un investimento e si è regalato il Psg, abbellendolo con campioni acquistati qua e là, Ibrahimovic, Pastore, Verratti, Lavezzi, Ancelotti e per ultimo Cavani. Nel suo piccolo ha vinto il campionato francese ma anche è arrivato ai quarti di finale di Champions. Che, quest’anno, vorrebbe conquistare. Il cugino Abdullah Bin Nasser Bin Abdullah Al Ahmed Al Thani era arrivato prima, acquistando nel 2010 il Malaga. Ma è stato anche il primo a smobilitare: è ancora lì, ma dicono che sia davvero troppo tirchio per poter competere con gli altri suoi familiari. Patrimoni sterminati, complicati persino a ricostruire. Il calcio, per loro, è la migliore vetrina possibile per non essere solo degli anonimi Paperoni.

Fonte: Il Mattino

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