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Sangue spagnolo nelle vene napoletane. Sangue spagnolo scorre nelle arterie di questa città. Oggi come “aiere” (ayer in spagnolo, ieri), nel presente come nel passato di una città dalla storia controversa, spesso catastrofica e combattuta. Sangue spagnolo che ha veicolato la vita del popolo napoletano sin dai primi del ‘500, tra guerre e riconquiste, tra tradizioni gastronomiche e sete di rivoluzione, tra un ragù rosolato sul fuoco e sapientemente mescolato con la “cucchiara” (cuchara, cucchiaio). Parla spagnolo il Napoli e la città di Napoli, “a lengua” (lengua, lingua) si mescola con i nostri colori, i nostri musei, i nostri vicoli inerpicati sulle alture o sprofondati “abbàscio” (abajo, giù) nei quartieri più poveri.

Un piccolo interregno austriaco e poi sono ancora gli spagnoli a farla da padroni in questa terra rigogliosa che sembra stretta con la “curreia” (correa, cinghia) tra il mare e quel vulcano pauroso, piena di storia come fosse un uovo. Corrono i ragazzini per strada dietro ad un pallone da generazioni, il “nennillo” (niño, fanciullo) corre dietro ad un sogno con l’eredità di un pallone da difendere contro il “guappo” di turno (guapo, tramutato nel nostro bullo). La vita dei napoletani non sarebbe la stessa senza quel clamore concentrato in un quartiere, ma che ribolle in ogni angolo, dalla periferia al centro storico e che chiude la “semmana” (semana, settimana), si spera con un sorriso.

Benitez come Carlo III di Borbone, con i dovuti paragoni, a dare nuovo lustro a quella bandiera azzurra che sventola ben oltre il confine campano. Albiol a sminuire le velleità degli attacchi nemici, a ridurre gli spasmi del popolo che salta sulla “seggia” (silla, sedia) al sol pensiero di un goal avversario. Callejòn mortifero in zona goal, pronto a respingere ed a pungere il nemico, venuto da Madrid dove la dinastia spagnola ancora regna. La Spagna e gli spagnoli si riprendono Napoli, senza armi e nessun minimo paragone della storia che fu e dei tanti disastri. Questo è calcio signori, ma calcisticamente parlando nuovi fasti e qualche successo è in attesa dal nuovo “reame” spagnolo. Non dimentichiamoci dell’ultimo difensore, forza Reina “nzerrà” (cerrar, chiudere) quella porta; solo le grandi difese sono state sinonimo di grandi successi.

Antonio Picarelli

Articolo modificato 13 Set 2013 - 21:18

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Scritto da
redazione