Sono dei geni, tutto qui. Nella notte azzurra che ha portato il Napoli in vetta alla classifica grazie ai gold i Higuain e Callejon spicca una perla, una perla azzura anch’essa più che mai. Si è distinta per tutta la partita, si è mossa insieme ai giocatori in campo, li ha confusi ed ostacolati, li ha ingannati con la sua limpidezza e ha fatto impazzire tifosi e telespettarori: sì, stiamo parlando della divisa azzurra dell’arbitro Rocchi.
Mai possibile che nessuno se ne sia accorto? Eppure, a guardarla dagli spalti o seduti comodamente di fronte il televisore, il risultato era sempre lo stesso: confusione, incredulità. E i giocatori in campo, come hanno fatto a non confondersi? Nel tripudio di colori che ha regnato sulle divise di ieri sera, con l’Atalanta che voleva somigliare al Borussia e il Napoli a un esercito in battaglia, spiccava come non mai il signore di gioco, il detentore del fischietto, colui che comandava le azioni e aveva in mano il destino del match.
Ma una classica “giacchetta nera” no? Forse, ai palazzi alti della federazioni, manco ci sono arrivati. Forse erano troppo impegnati a fare multe per i fuochi d’artificio, o a trovare cavilli per evitare sanzioni a questo club o a penalizzare qualche altro. Qualcuno lo dica al buon Tosel. Ieri pomeriggio, durante la sfida di Milano, un fragore ha scosso lo stadio. Un petardo? Un botto entrato illegalmente? Macché. Quelli della federazione dicono sia stato un tappo di champagne. Sì, magari qualcuno stava festeggiando al dribblign riuscito di Bonucci…
Raffaele Nappi