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Oggi come ventisei anni fa, parata di stelle in una notte da sogno

Qualcuno ha detto che la vigilia di un qualcosa, di un evento, di ciò che ci rende ansiosi è il momento più eccitante ed emozionante, e non va sprecato col pensiero di una vana ricerca di ciò che realmente sarà quello che si sta per assistere, ma che bisogna saper vivere e godere per poter, un giorno, assaporare la vera gioia, al di là che sia una vera, coinvolgente cavalcata verso la gloria oppure una spiacevole ed inaspettata disfatta. Per celebrare degnamente il debutto degli azzurri nella nuova Champions League, così come fatto nelle volte precedenti, ci piace e non poco “bluffare” ed ingannare il tempo con i ricordi che la memoria ci aiuta a riportare a galla, attraverso immagini, flashback e fotografie nitide in una mente che mai potrà cancellare cotanta grazie, vissuta tutta d’un fiato, senza rancori, senza alcun rimpianto, con la certezza di poter dire, un giorno, di aver vissuto con lo spirito indomito di un guerriero impavido.

Era la notte delle notti, quella del 30 Settembre del 1987, alle soglie del primo scudetto del Napoli, quando il massimo punto di forza era stato toccato e la squadra di Bianchi pareva invincibile. Per testare il grado di impermeabilità, però, c’è sempre stato bisogno di una prova di fuoco, quelle da togliere il fiato, da spazzare via la presunzione di sentirsi il top. Chi meglio del Real Madrid di Butragueno e di Michel avrebbe potuto dare il giusto voto ad una squadra stellare in patria ma senza un briciolo di esperienza in ambito europeo. E fu così che il battesimo del fuoco venne fatto dapprima a Madrid, in un Bernabeu deserto a causa di una squalifica, dove i partenopei persero troppo presto la bussola e, nel contempo, la capacità di sentirsi ancora in gara. 2-0 secco, e parola al San Paolo. A Napoli, come la storia ha insegnato più volte, non si bada tanto al risultato, mentre il guanto di sfida viene sempre ben accolto, soprattutto se a lanciarlo è un certo Real. La notte era magica come tante, ma quella era la prima gara di Coppa Campioni nel proprio stadio, affamato di grandi calciatori europei, ingordo di grandi numeri e di altrettante vittorie di prestigio, ed allora il risultato passa di conseguenza in secondo piano, resta la voglia di abbattere il muro dei blancos al di là di numeri e qualificazioni, quel muro innalzato dalla storia del calcio attraverso una società che ha aiutato a costruire un mondo che ha saputo dare emozioni in ogni epoca.

I ricordi parlano di uno stadio gremito all’inverosimile, in una bolgia infernale incessante, quasi come fosse il ronzio di una foresta selvaggia, dove i predatori sono pronti a carpire il minimo errore della preda di turno. Quando al 9′ Francini mise in porta la rete del vantaggio, sfruttando una corta respinta di Buyo, la strada sembrava spianata e il recupero del secondo gol di svantaggio subito all’andata sembrava essere non era più così improbabile, gli attacchi azzurri cominciarono ad essere accompagnati dalle urla degli ottantatremila, che infervorati dalla prima segnatura vedevano il sogno a portata di mano. Gli attacchi ci furono e come, con un Maradona che si caricò sulle spalle la squadra come spesso capitava quando una rimonta era necessaria, proprio dai suoi piedi partivano lanci, assist, aperture di gioco in grado di creare la manovra adatta per scardinare il muro costruito da Solana & co. Spesso le azioni venivano fermate all’ultimo momento, forse a causa di una scarsa assistenza degli altri attaccanti azzurri, con un Giordano fuori fase ed un Careca a cui i difensori ben presto misero la museruola, considerandolo uno degli elementi più pericolosi.

Il sogno sembrò infrangersi ad un minuto dal riposo, quando un imbeccata di Sanchez, su errore proprio di Francini, regala un assist d’oro a Butragueno che scavalca Garella con un tocco di fino che finisce in rete sul secondo palo. Maledizione, ora ne servirebbero troppi per sperare di qualificarsi. Ma basterebbe vincere per dare ai tifosi comunque una serata magica con una vittoria contro una delle squadre più titolate al mondo. La ripresa fu un monologo azzurro, con continui tentativi di cercare quel gol che avrebbe dato la gioia di una vittoria di prestigio, mister Bianchi tentò anche la carta Carnevale, al posto di uno spento Giordano, ma la sorte e , ovviamente, l’esperienza spinsero la squadra madrilena a passare il turno e a restare imbattuti nella bolgia dello stadio napoletano. Ma resta una storica serata, resta un magnifico debutto che segnò l’ingresso del Napoli tra i grandi, proprio come succederà stasera contro i vicecampioni del Borussia Dortmund, che la prova del fuoco abbia inizio, che la storia questa volta possa scrivere, oltre ad una notte da campioni, anche di una vittoria che faccia cominciare con il piede giusto questa nuova avventura tra l’elitè del calcio. Squillino le trombe, che lo spettacolo abbia inizio!

Per completare il nostro amarcord, ecco le formazioni che scesero in campo  quella sera:

Napoli-Real Madrid 1-1

Napoli: Garella; Ferrara, Francini; Bagni, Ferrario, Renica; Careca, De Napoli, Giordano (21’ s.t. Carnevale), Maradona, Romano
Allenatore: Bianchi

Real Madrid: Buyo; Chendo, Solana; Tendillo, Sanchis, Gordillo; Butragueno, Michel, Sanchez, Gallego (6’ s.t. Mino), Martin Vazquez (1’ s.t. Jankovic)
Allenatore: Beenhakker

Arbitro: Pauly (Germania Ovest)

Ecco le immagini della notte del 30 Settembre 1987, quando gli azzurri sfiorarono l’impresa contro il Real Madrid:

Articolo modificato 18 Set 2013 - 12:22

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Scritto da
redazione