E‘ stata la peggiore serata della sua vita. Jurgen Klopp è troppo orgoglioso e spaccone per ammetterlo, ma l’altra sera al San Paolo gli è crollato il mondo addosso. Per davvero “vedi Napoli e poi muori“. Klopp vicecampione d’Europa è finito a terra, distrutto, non solo per la prima sconfitta stagionale dopo sette vittorie, la Supercoppa tedesca e il primo posto in Bundesliga, ma soprattutto per come uno lui, il tecnico tedesco più ammirato, il geniale rifondatore del Borussia Dortmund, l’inaspettato finalista dell’ultima Champions dopo avere eliminato il Real Madrid di Josè Mourinho, lui “il grande Klopp” sia stato intrappolato e battuto da Rafael Benitez ancora ai primi chilometri sulla panchina partenopea. Perché sullo sfondo di Napoli-Borussia si profilava inevitabilmente il duello tra i due tecnici.
Sul gol di Higuaìn il tedesco ha perso la testa ed è stato cacciato, ma la sua squadra è stata in difficoltà fin dall’inizio. I “giganti” di Dortmund sono stati abbattuti anzitutto sul piano tattico: questo il verdetto della “giuria” televisiva di Sky Deutschland che ha invitato nel suo studio monacense Ottmar Hitzfeld e Felix Magath per commentare la 28sima sfida del Borussia con un’italiana. Hitzfeld e Magath hanno in comune di avere alzato la Coppa dei Campioni vincendo una finale contro la Juventus. ll primo sulla panchina del Borussia Dortmund, il secondo come capitano e goleador dell’Amburgo. Grandi firme degli anni Novanta, oggi sempre sulla breccia. Hitzfeld è il ct della Svizzera in corsa verso il mondiale in Brasile, Magath viene accreditato in rampa di lancio per la ricostruzione dell’Amburgo.
«Il Napoli ha giocato accorto e coperto. Benitez è uno che la sa lunga e non ha voluto rischiare di concedere spazi alle devastanti ripartenze del Borussia – ha fatto notare Hitzfeld – Il Napoli ha aspettato gli avversari per poi poterli colpire a modo suo, con palle lunghe per Higuain e volate sulle fasce con insigne. Callejon e Maggio“. Un’azione esemplare, in questa ottica, è stata l’attacco in profondità del bomber argentino che ha costretto il portiere Weidenfeller all’uscita disperata fuori area che gli è costata l’espulsione a metà partita. Anche da parte del decoratissimo Magath (due doppiette al timone del Bayern) non sono mancati i riconoscimenti all’astuzia dell’impostazione scelta da Benitez per il ritorno del Napoli in Champions: “La squadra è stata messa in campo con un nuovo sistema rispetto a quello attuato da Mazzarri e ha risposto con molta disciplina alle disposizioni di Benitez. Si vede l’impronta del nuovo tecnico che per esperienza conosce le esigenze di questo tipo di competizione“. In effetti, già sul piano dei numeri, tralasciando le bacheche personali, Klopp, con le sue 35 partite nelle competizioni europee (19 in Champions) è molto indietro rispetto al suo antagonista spagnolo al San Paolo, che sul fronte europeo ha collezionato 139 gettoni (83 in Champions, arrivando alla conquista del trofeo).
Klopp ieri non ha parlato. Dopo la partita, se l’è presa col pubblico napoletano (“dopo l’espulsione ho abbandonato la tribuna perché intorno a me vedevo molta gente felice della mia situazione“) e ha lasciato per un giorno la squadra che domani difende a Norimberga il primo posto in classifica. E‘ volato direttamente a Magonza, con scalo a Francoforte, per pronunciare il discorso funebre ai funerali dell’allenatore Wolfgang Franck (“il mio maestro”) stroncato da un tumore. Prima di imbarcarsi a Capodichino, però, ha ammesso di essere stato preso alla sprovvista dalla compagine schierata da Benitez: «Il Napoli ha giocato con un assetto assai difensivo, senz’altro diverso rispetto a quello mostrato in campionato, ci ha lasciato molto campo». E così il suo Borussia, specialista nel gioco di rimessa, è rimasto spiazzato. Klopp si è sempre vantato di essere un discepolo di Arrigo Sacchi, che durante l’apprendistato gli concesse il privilegio di frequentare gli allenamenti a Milanello. Ma per conoscere l’importanza della pre-tattica nelle grandi occasioni, stavolta il mago di Dortmund è dovuto andare a lezione dal collega di Madrid.
FONTE: Corriere dello Sport