Allora, cosa si può fare per non dare soddisfazione agli scettici supporters e agli atei della carta stampata che non credono si possano raggiungere obiettivi importanti? Perdersi in chiacchiere e in monologhi sull’opera pia delaurentissiana è a dir poco una inutile e controproducente, sia per la crescita della squadra, ma soprattutto non concede la giusta esposizione di una realtà che ha invece altre chiavi di lettura. Chiudersi a riccio quando si toccano certi argomenti nemmeno sarebbe il giusto modo per reagire alla pioggia di aggettivi ricevuti, uno tra i più frequenti è sicuramente quello di eterna incompiuta, considerando che negli ultimi anni la società è stata spesso accusata di evitare il passo definitivo verso quella perfezione che avrebbe reso la squadra meritevole di essere gratificata come “effettiva rivale nella corsa scudetto”. La presenza fissa dei ma e dei però sarebbe invece messa in discussione se il Napoli domenica sera si vestisse da mantide e andasse a violare il campo del Milan con la più classica delle partite perfette, quelle in cui con poche azioni si legittima la vittoria e si porta a casa un risultato che sarebbe forse quello più importante conseguito fino ad ora in questa stagione, il risultato della svolta lo si potrebbe definire, quello della maturazione mentale, quello dello step verso un grado superiore, quello su cui Benitez sta cercando di lavorare, modificando alcuni aspetti caratteriali di buona parte del gruppo, troppo spesso carente quando si è trattato di fare la voce grossa fino alla fine e non soltanto dopo aver conseguito qualche buon risultato.
Il punto della rubrica “Io non ci sto” di questa settimana apre i propri orizzonti sulla necessità di dare continuità al progetto, conferendogli l’assoluta priorità su tutto, e mai come adesso vincere contro il Milan, diretta concorrente in campionato ed in Champions, consegnerebbe in maniera pressoché definitiva quella missiva che certifica che il Napoli quest’anno fa sul serio e che non vuol più sentir parlare di “bella realtà” o il più dispregiativo “eterna incompiuta“. Si sente il bisogno di crescere anche sotto questo aspetto, si ha la necessità di sentir dire il nome degli azzurri in contesti che fino a qualche anno fa sarebbero stati solamente un sogno. Ora che ci siamo arrivati ai limiti del sogno, non bisogna fermarsi, ma proseguire, con umiltà e consapevolezza, proprio le lezioni che Benitez impartisce presso i campi di allenamento di Castel Volturno, proprio i due aspetti fondamentali della visione prospettica del mister spagnolo.
Articolo modificato 20 Set 2013 - 17:56