Negli ultimi 180 minuti però, è emerso un unico elemento che sembra essere il tallone d’Achille dell’undici partenopeo: l’approccio distratto ai minuti finali dei big match. Sia contro il Borussia che contro il Milan infatti, gli ultimi giri di lancette avrebbero potuto stravolgere l’andamento di gare che hanno visto i partenopei dominare e meritare la vittoria e che invece, complici fatali disattenzioni, sarebbero potuti costare cari a Albiol e compagni. In Champions, sul 2-0 per il Napoli, l’autogol di Zuniga al fotofinish ha ridato la speranza del pari ai tedeschi, mandando in panico i 60.000 tifosi presenti al “San Paolo”. Nulla di fatto e vittoria conquistata dai padroni di casa, che al triplice fischio finale hanno tirato un sospiro di sollievo. Contro il Milan, situazione molto analoga: al 90′ Balotelli accorcia le distanze fissando il risultato sull’1-2, dando il via ad un vero e proprio forcing rossonero nel recupero che, per fortuna dell’undici napoletano, non sortisce gli effetti sperati. In entrambi i casi sarebbe stato un vero peccato dover parlare di un pareggio per quanto visto in campo, ancor più in un campionato dove ogni punto perso potrebbe fare alla fine la differenza.
Un calo di concentrazione forse dovuto alle tante energie fisiche e mentali spese in campo, che potrebbe essere risolto con dei cambi mirati ed una maggiore ripartizione dei ruoli in campo, con il totale supporto degli attaccanti anche in difesa, come spesso fanno i versatili Callejon ed Higuain. Già in settimana Benitez ha lavorato sull’impostazione psicologica dei suoi: in attesa di veder parlare il campo, si spera di poter assistere a tante altre vittorie con dei minuti finali sicuramente più tranquilli di quelli vissuti nell’ultima settimana, in particolar modo per il bene della salute dei passionali tifosi del Napoli.
Alessia Bartiromo
RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo modificato 24 Set 2013 - 15:34