ILLUSIONE E AMAREZZA – S’è messo ormai l’anima in pace. E che fa se il cuore da tifoso batte sempre. Floro Flores è cresciuto guardando il San Paolo, a soli cinquecento metri da casa sua. Gli pareva un gigante da piccolo. L’ha sognato, l’ha fatto suo, poteva tenerselo stretto. E invece l’ha perso. C’è tornato solo da avversario: nemico-amico dentro l’area di quel ragazzo con cui s’erano divisi sogni, gol e partitine nel quartiere. Tony il bomber prodigio, Paolo il difensore diventato capitano. Storie di calcio, e perciò pure di vita. Napoli-Sassuolo è anche la Floro Flores story. Il primo ritiro con Zeman in panchina; il debutto all’Olimpico contro la Roma; e poi il Milan, la morsa Maldini-Costacurta all’esordio al San Paolo dall’inizio. Segnò un gol al Pescara, corse sotto la curva B, abbracciò idealmente la foto di Sergio Ercolano e il giorno dopo confessò a un cronista mentre palleggiava per le strade del Rione Traiano: “vorrei diventare presidente del Napoli”. Chissà se si sarebbe riacquistato.
INTANTO RESTA IL PASSATO – E qualche gol che non s’è perso nella memoria, anche se segnato in amichevole. Quello alla Reggina partendo con un colpo di tacco dalla bandierina del corner è un cimelio per chi era lì quel ferragosto, per quelli che c’avevano creduto, per chi come Paolo Palermo, il procuratore, le ha viste davvero tutte. E’ un fratello maggiore. E la sfida al Napoli è il peggio che c’è: tifoso azzurro e procuratore di Floro. Insomma, meglio starsene in salotto a guardarla alla tv. Scene di sempre, immagini di ogni ritorno, emozioni di una partita che Floro continua a sentire troppo.
SCUGNIZZO TIFOSO – Vive l’atmosfera, aspetta ansioso tutta la settimana, finisce per patire l’ambiente, il suo ambiente. E non può certo essere un caso se la migliore prestazione a Fuorigrotta l’ha fatta quend’era all’Arezzo in serie B: si giocava a porte chiuse. Finì 2-2. Nel silenzio, solo il fragore di un tiro fortissimo stampato sul palo. Un segnale anche quello. Mai un gol contro il Napoli. E mai, in fondo, una partita da avversario vero. La testa gioca, il cuore lo marca stretto.
Fonte: Il Corriere dello Sport
Articolo modificato 25 Set 2013 - 10:16