Si concretizza l’incubo peggiore del tifoso: quando inciampi sulla buccia di banana. Eppure la suddetta buccia è là, ben visibile al centro del cammino, in piena luce, consapevole della sua pericolosità. Nei tre giorni passati ad aspettarla, i tifosi si incrociavano per strada raccomandandosi a vicenda l’opportunità di non sottovalutare la voglia della piccola buccia di banana di tentare almeno di riscattarsi, di non far pensare già alla quinta giornata che non è minimamente degna della serie A, dopo le sette palle incamerate dalla sparagnina ed essenziale Inter mazzarriana e non più morattiana. Ma i tifosi si dicevano anche, di rimando, di stare tranquilli, perché le seconde linee prodotte in sede di necessario turnover non erano quelle dell’anno scorso, che sicuramente stavolta l’undici azzurro, quale che fosse, avrebbe portato a casa la partita; faticando, magari, e magari soffrendo un po’, ma la partita la si portava a casa.
E invece poco ci è mancato che si perdesse, oltre la sequenza di vittorie, anche l’imbattibilità casalinga; perché il povero piccolo Sassuolo, detto la buccia di banana, alla fine può recriminare quanto e forse più del Napoli. Che cosa racconta, questa giornata in cui ricominciano i gol regolari annullati contro la Juventus e la Roma va a raccogliere tre punti sul difficile campo della Genova blucerchiata? Racconta che all’ennesimo cross in curva di Armero e Mesto si capisce per quale motivo si proponga un contratto multimilionario a Zuniga e si pianga sul menisco di Maggio; racconta perché si insista sul mediocre Britos invece di dare spazio a Cannavaro incertissimo a sinistra e al molle Fernandez, il cui gemello gioca da centrale nella Seleccion perché non può essere lui; che Hamsik deve giocare anche quando dovrebbe riposare, perché non ha sostituti in rosa, e che Pandev non ha e non avrà mai più la corsa per coprire da esterno la fascia, ancorché di supporto al terzino. Insomma, racconta che anche quest’anno le seconde linee sono seconde linee, e che forse è opportuno andarci piano coi cambi, ché troppi lasciano inevitabilmente il segno. Per cui alla fine è quasi normale che il Sassuolo, detto la buccia di banana, raddoppi in un sol colpo i gol fatti in quattro giornate e rischi di farne altri; e che Zaza come già il clivense Paloschi sembri tutt’altro giocatore di quello che normalmente si mostra in campo.
Il tifoso perde la testa della classifica, ed è il meno perché così presto non conta esserci come non esserci; e perde due punti che molti se non tutti faranno contro la buccia di banana, avendo appunto visto che trattasi di buccia di banana. Perde anche, il tifoso, la falsa tranquillità che si era creato circa la completezza di una rosa che completa non è, e si augura con tutto il cuore e compiendo tutti i riti apotropaici del caso che gente come Higuain e Hamsik, ad esempio, goda sempre di ottima e piena salute. Ma non sono le sole cose che ha perso, il tifoso, nella notte dell’incubo della buccia di banana. Quello che ha perso, ed è più pesante, è la sicurezza nei mezzi della propria squadra sul proprio campo.
Tutto pienamente riparabile, per carità, niente di grave. La fiducia ritornerà al primo squillante nuovo risultato, magari già sabato sul campo amico del Genoa. Ma per carità, si impari dagli errori. Perché chi vuole vincere non scivola sulle bucce di banana più di una volta sola.
Fonte: Maurizio De Giovanni per Il Mattino