EL PIPITA – Cinque minuti di seduta al lunedì, il tempo necessario per intuire ch’è complicato e che è perfettamente superfluo entrare in conflitto con il proprio corpo, che in quel momento non ne ha proprio: il secondo tempo di Genova è l’effetto, ma la causa va ricercata nella imponderabilità e in questo calcio che semina partite a getto continuo. Niente Arsenal, ma la sosta diventa un’alleata con la quale condividere la speranza di ripresentarsi, eventualmente si giochi, con la Roma, all’Olimpico, al San Paolo o dove si deciderà.
CASA REAL – Il responso negativo pure per Albiol, l’ottimista per natura che a Marassi ha provato a darsi coraggio e a lanciarsi verso l’Emirates; ma quello che all’una sembrava una missione impossibile, alle cinque della sera diviene un miracolo alla napoletana la bandiera da blança, diviene azzurra.
SI CAMBIA – Il Livorno è adesso, lo sta studiando Benitez al video, di rientro da Londra, ha già allertato il Napoli ricordandogli il precedente con il Sassuolo. Interventi mirati, a tutto campo, con la tabella del minutaggio in mano e il medico sociale a fianco: l’ora e mezza di Armero sta scoccando – inevitabilmente – e lì dietro si procederà per gradi, sistemando Cannavaro al fianco di Britos, lasciando Behrami dinnanzi alla difesa ma probabilmente con Dzemaili, poi inserendo Mertens.
Fonte: Il Corriere dello Sport
Articolo modificato 2 Ott 2013 - 11:23