Arriva puntuale sulle colonne de Il Roma l’analisi post partita da parte di Italo Cucci.
Era talmente ben mimetizzato, il Napoli, che non si è visto. Irretito dal palleggio insistito e irridente dell’Arsenal, quasi un distensivo torello d’allenamento dai primi minuti fin verso la metà campo, gli azzurri non sono riusciti mai ad entrare in gioco e hanno addirittura concesso agli avversari il dominio totale e l’accesso all’area di rigore con disinvoltura: un gol magistrale di Ozil al 7′ e il raddoppio di Giroud al 14’, partita chiusa. Dopo – ed è l’unico motivo di speranza del Napoli per il ritorno nella casa ospitale del San Paolo – gli uomini di Wenger si sono accontentati di gestire lo stupefacente vantaggio senza portare ulteriori danni.
Come non esserci, inspiegabilmente, senza poter citare una solitaria impresa, come se l’assenza di Higuain avesse avuto un effetto raggelante per un collettivo che nella prima sortita di Champions, contro il potente Borussia, era apparso irresistibile, forte di una intensità mai prima conosciuta. Il Pandev di Marassi non ha mai rappresentato in campo il collega infortunato, e si è visto subito, tanto palese la debolezza sua e dei colleghi d’attacco (irriconoscibile anche Insigne) da dover indurre Benitez a rivedere l’intera impostazione di gioco: mi aspettavo fin dall’uno a zero un riassetto in chiave difensiva per evitare ulteriori danni e invece al pasticcio iniziale di Britos e Zuniga che aveva armato il già potente Ozil s’è sovrapposta un’altra azione confusionaria che ha favorito il raddoppio. L’equilibrio non è stato mai ristabilito, il Napoli è parso sorprendentemente spaventato e s’è pian piano adeguato al ritmo lento della ripresa come se aver preso due gol fosse il danno minimo, il miglior risultato da portare a casa mentre il Borussia massacrava il Marsiglia riprendendo quota nella classifica provvisoria del girone.
Non ho intenzione di infierire ma ho il dovere di segnalare l’inutilità del turnover che – come sostengo da sempre – induce i giocatori a sopravvalutare gli avversari e, come iersera, a rammollirsi; e al tempo stesso va sottolineato quanto inutile sia la prudenza organizzata in campionato se poi, non in partita ma in allenamento, l’indispensabile Higuain soffre di un danno muscolare che lo fa fuori dalla sfida che conta. Al dramma dell’Emirates Arena sarà opportuno dare spiegazioni precise e circostanziate, per trovare rapidi correttivi e impedire che il sogno della Champions si trasformi presto in incubo. Mi piacerebbe soprattutto registrare un approfondito report di Marek Hamsik, l’indiscusso fuoriclasse che alla vigilia aveva presentato l’avvento di Benitez e dei suoi sistemi d’allenamento come una sorta di prodigio.
Don Rafa ha sicuramente peccato di immobilismo tattico, non ha saputo leggere la partita nè trovare gli opportuni rimedi, ma è l’intera squadra che va portata sul banco d’accusa. A mera consolazione vorrei solo notare – ben conoscendo le reali risorse di questa squadra mai debole e sfiduciata e assente come in questa occasione – che non ci sarà mai una ripetizione di tanto squallore. Soprattutto se Benitez saprà restituire in fretta ai suoi ragazzi – complice il campionato – l’autostima scemata in una notte da dimenticare.
Fonte: Il Roma
Articolo modificato 2 Ott 2013 - 10:16