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L’editoriale di Alessia Bartiromo: “Non ci fermiamo al risultato, scaviamo in profondità e ripartiamo più forti”

A volte, anzi spesso, nella vita si sbaglia. Si sbagliano le scelte, si sbaglia tono quando si è arrabbiati, si sbaglia ad essere prevenuti, si sbaglia atteggiamento nei confronti del prossimo, si sbagliano i ragionamenti e le deduzioni. La vita è come il calcio: ne è una metafora perfetta e forse è per questo che entra così facilmente e profondamente nella quotidianità di milioni di tifosi in tutto il mondo ed i parallelismi tra le due realtà sono all’ordine del giorno. Non è facile analizzare una sconfitta ancor più quando è amara, non è semplice non fermarsi alle apparenze e scavare oltre alla superficie in particolar modo quando una situazione negativa porta a vedere tutto con un particolare  e forse immotivato scetticismo.

“Il Napoli ha vinto, quindi ha giocato bene”, “Il Napoli ha perso e quindi è stato scandaloso” ho spesso sentito dire, così come le frasi scontate di chi riteneva fosse scandaloso un pareggio al “San Paolo” contro il fanalino di coda, il Sassuolo, la stessa squadra che solo pochi giorni dopo ha dato filo da torcere anche alla Lazio lasciandole conquistare ugualmente un punto. Cosa c’è oltre quella prestazione, oltre quel risultato deludente? C’è la condizione psicologica di una squadra che forse ancora non regge tutte le pressioni del caso, dovute al non dover mai mollare la presa per nessuna gara e nessuna competizione, di dover dimostrare a tutti di poter competere con i top club di serie A e d’Europa, di essere costantemente più forte di quanto visto in passato e di meritare i favori degli addetti ai lavori. Ecco che però entra in gioco un altro parallelismo: molti di noi sono stati studenti e già da allora era impossibile ottenere sempre il massimo da ogni esame, pretendere che ogni giorno e situazione fosse uguale.

Così succede anche ad Hamsik e compagni e questo meccanismo di difesa è scattato anche ieri all’Emirates Stadium. Sono stati gli azzurri deludenti e non all’altezza delle aspettative o l’Arsenal ad essere troppo perfetto? Beh, sicuramente entrambe le cose, fatto sta che è difficile riuscire ad esprimersi sempre al cento per cento ancor più in palcoscenici importanti e storici come quello dei Gunners, club abituato all’Europa ed alla Champions ormai da tantissimi anni. Non è certo un alibi e la sconfitta brucia ancora e tantissimo, bensì un invito: non ci fermiamo all’apparenza, scaviamo in profondità e poi giudichiamo il flop. Ne sono un esempio le lacrime ieri a fine match di Lorenzo Insigne, una delle nuove leve del club sotto l’ombra del Vesuvio, napoletano doc e con l’azzurro non solo sulla pelle ma anche nel cuore. Nessun dramma quindi, fa parte del gioco. De Laurentiis, Bigon, Benitez ed il suo staff stanno lavorando per arrivare nel tempo alla perfezione ma ci vuole pazienza anche solo per provare a perseguirla: le sconfitte, così come gli errori, fanno parte della vita e del calcio e non resta altro che ripartire, sempre a testa alta, con la consapevolezza di avere comunque tutte le carte in regola per conquistare quanto prima qualcosa di davvero importante.

Alessia Bartiromo
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Articolo modificato 2 Ott 2013 - 17:47

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