Allo scoperta di Dries, atto terzo. Non proprio oggetto del mistero, ma scatta l’ora delle verità per il piccolo talento belga. Non è mai finito nello scantinato di Benitez, eppure l’inizio di stagione di Mertens non è stato proprio di quelli da incorniciare. Per intenderci, appena dodici mesi fa, di questi tempi, per il «Messi dei Paesi Bassi» il bottino era già di sei gol. E uno di questi realizzato al Phillips Stadion di Eindhoven proprio ai danni del Napoli. Per molti, una fotocopia di Insigne, di cui oggi dovrebbe prenderne il posto giocando per la terza volta da titolare. Non brillanti i precedenti, contro Atalanta e Sassuolo. In entrambi i casi è stato sostituito.
Dopo le prime otto partite ufficiali (sei in campionato e due in Champions), Rafa ha estratto l’oro soprattutto dalla miniera di attacco.
Su sedici gol fatti, per l’appunto, solo due (Britos e Dzemaili) non giocano lì davanti. Hanno fatto gol tutti, mancano all’appello lui e Zapata. Solo che il colombiano ha giocato 70 minuti (58 minuti con il Genoa e 18 all’Emirates), il 26enne di Leuvan (paradiso della birra) quasi 230. Scocca quindi l’ora di Dries Mertens. O meglio, scatta la partita della verità. Probabilissima maglia da titolare oggi contro il Livorno, ennesima chance per far capire al tecnico spagnolo che può fare affidamento anche su di lui. Fino ad adesso Mertens si è accontentato di un ruolo da gregario puro, ma per il belga siamo, inevitabilmente, di fronte a una svolta decisiva rispetto a un inizio di stagione in chiaroscuro. Anche perché ha dovuto fare i conti con il boom di Insigne, che lo ha messo in ombra relegandolo alle sue spalle nel gioco delle gerarchie.
Mertens contro il Livorno vuole vincere e fare gol: non segna dal 12 maggio (ultima del campionato olandese con la maglia del Psv) al termine di una stagione esaltante in cui ha realizzato 16 reti e 21 assist (l’anno prima 21 reti e 16 assist). Il Napoli l’ha conquistato sfrecciando sulla fascia sinistra in Europa League. «Spero di segnare tra i 10 e i 20 gol. Il mio modello? Franck Ribery», disse a Dimaro il giorno della presentazione. Qualità tecniche che gli consentono di essere nel giro del Belgio, nazionale che non si qualifica alla fase finale di un Mondiale dall’edizione 2002. Il Napoli lo attende: è il quarto belga a indossare la maglia azzurra (dopo Crasson, Reynard e El Kaddouri). Sarebbe il primo a fare un gol.
FONTE: Il Mattino