Alla sosta Benitez suona lo stesso spartito di Mazzarri: ma allora dove sono le differenze?

rafa_benitezDovessimo giudicare solo in base ai freddi numeri diremmo che sostituire Mazzarri con Benitez non ha prodotto alcun miglioramento. C’è poco da dire: lo scorso anno Mazzarri nelle prime sette giornate fece esattamente lo stesso numero di punti, diciannove, vincendo sei gare e pareggiandone una, la sfortunata trasferta di Catania quando un Napoli in superiorità numerica, praticamente per tutta la gara, non andò oltre lo 0-0 al Massimino. Lo stesso Benitez: diciannove punti, frutto di sei vittorie ed un pareggio, quello sciagurato nella gara interna contro il Sassuolo. Caso vuole che entrambi abbiano esordito con un 3-0, Mazzarri a Palermo, Benitez nell’esordio casalingo con il Bologna.

Anche in Europa, nonostante il Napoli di Mazzarri fosse impegnato nella più agevole Europa League, i risultati sono gli stessi: vittoria interna all’esordio per entrambi, capitombolo, sul piano del risultato e del gioco, alla seconda in trasferta. Mazzarri fece secco l’Aik Solna con un roboante 4-0, Benitez ha asfaltato il Borussia Dortmund con un bel 2-1; ad Eindhoven la truppa del tecnico toscano venne fermata con un secco 3-0 dai padroni di casa, altrettanto il Napoli di Benitez all’Emirates di Londra, 2-0 e prestazione pessima.

Per trovare allora le differenze tra le due gestioni bisogna scavare più a fondo. Cominciando dal dato delle reti segnate e subite: il tabellino di Mazzarri, dopo le prime sette giornate di campionato e le due gare di Europa League, segnava 18 gol fatti e 6 subiti; Benitez può contare su un attacco maggiormente prolifico, 20 reti, e su una difesa altrettanto solida con 7 reti incassate. Chiaro, lo spessore di Borussia Dortmund e Arsenal è certamente diverso da quello di Aik Solna e Psv Eindhoven: e questo è già un primo dato a favore del tecnico spagnolo, sia sul piano offensivo che su quello difensivo dove si contano più errori dei singoli che di reparto. Ed è su questo che Benitez dovrà maggiormente lavorare, a dispetto di un attacco che invece sembra funzionare alla perfezione, soprattutto per come vengono distribuite le marcature: nel Napoli di Mazzarri era Cavani il principale terminale offensivo, con Hamsik alle spalle, poi il vuoto. Con Benitez tutti sono coinvolti all’interno della manovra offensiva, nonostante la presenza di un bomber di razza come Gonzalo Higuain: Hamsik padrone con 5 reti, seguono Callejon e Higuain con 4, Pandev con 3 reti e Insigne con una, ma anche Dzemaili, Inler e Britos hanno dato il loro appoggio.

Ed a proposito di coinvolgimento dell’intera rosa, la differenza sostanziale tra i due allenatori sembra poggiare proprio qui. E’ risaputo che con Mazzarri giocassero i soliti, i cosiddetti titolarissimi, con l’aggiunta di tre, quattro elementi che facevano la spola tra i sediolini della panchina ed il campo. Con Benitez la musica è cambiata: certo, la qualità della rosa, nonostante le partenze eccellenti di Cavani e Campagnaro, è nel complesso migliorata, ma la riabilitazione di alcuni elementi sembra palese. Oltre agli undici titolari, Benitez coinvolge maggiormente la squadra: Mesto è ormai diventato affidabilissimo a tutti gli effetti, altrettanto Armero sulla sinistra, dovesse recuperare definitivamente Fernandez farebbe un capolavoro. A centrocampo Radosevic trova qualche minuto per mettersi in mostra quando possibile, con Mazzarri il suo habitat era la Primavera; addirittura ieri l’esordio per il giovane Bariti, probabilmente l’attuale tecnico dell’Inter si starà chiedendo chi fosse mai il giovanotto con il 13 sulle spalle. In attacco, infine, c’è sì abbondanza, ma Benitez sembra non patire la gestione dei suoi trequartisti: ha saputo tenere a bada Mertens in questo primo scorcio, dandogli sempre più spazio e facendo emergere alla lunga le sue indiscutibili qualità. Diversa anche la gestione di Duvàn Zapata: se pensiamo che fine ha fatto Vargas, non abbiamo dubbi sul fatto che per il colombiano il futuro sarà sicuramente più roseo, ma anche più azzurro.

Rafa però può ancora fare di meglio: battere la Roma. Alla ripresa, Mazzarri si infranse contro lo scoglio Juventus nello scontro al vertice che mandò la Juve al primo vantaggio stagionale: Benitez contro i giallorossi primi in classifica, altra strana casualità, ha l’occasione di staccare ulteriormente il suo predecessore. Non ci resta che incrociare le dita: al resto ci pensa Rafa.

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