Al termine di un week-end in cui le “curve”, ancora una volta, hanno vissuto attimi da protagoniste, abbiamo voluto parlarne con Gennaro Montuori, oggi giornalista napoletano, qualche anno fa semplicemente “Palummella”, capo storico del comando ultras Curva B del San Paolo.
Cosa ne pensa dei cori provenienti dalla curva B durante Napoli – Livorno?
“Ormai non mi meraviglia più niente, nel calcio così come nella vita. Per giudicare queste persone bisognerebbe conoscerle e parlare con loro uno ad uno. La vita mi ha insegnato a non giudicare mai le cose che non conosco bene, altri purtroppo non fanno lo stesso: molti giovani parlano male di me senza avermi mai conosciuto, in base a delle storie raccontate. E’ sbagliato.
Ho interpretato quei cori come uno sfottò al Palazzo, hanno voluto dimostrare che un gruppo di persone non può far chiudere un’intera curva ed è ingiusto quando succede: ormai gli ultras sono stanchi di continue forme di proibizionismo. Vogliono far diventare il calcio come il tennis? Ci stanno riuscendo”.
Questa rivalità tra milanisti e napoletani non è nuova…
“Infatti, questi cori li sentiamo da trentanni e non capisco perché si sia deciso di intervenire solo adesso. Resta il fatto che in passato noi ci abbiamo provato a cambiare le cose: per qualche periodo abbiamo addirittura tentato una forma di gemellaggio, ci siamo scambiati addirittura le abitazioni con alcuni tifosi del Milan. La Gazzetta, per quell’iniziativa, ci dedicò la prima pagina togliendo spazio a Gullit, Van Basten e Maradona. Poi, però, abbiamo perso la stima quando ci accorgemmo che i tifosi del Milan conoscevano i calendari prima dei sorteggi e già si organizzavano…
Loro oggi cantano delle nostre disgrazie, del terremoto, del colera. Forse dimenticano del disastro di Seveso e della diossina”
E’ giusto il criterio di repressione adottato ultimamente dal Giudice Sportivo?
“No, non si può punire una curva o uno stadio intero a causa di un centinaio di persone”.
Antonio Manzo