L’ipocrita Italia fa bella mostra di sé su tutti i campi dedicando la giornata ai morti di Lampedusa. La coscienza è a posto. Domani nessuno se ne ricorderà più, fino alla prossima carneficina. E poi punto e da capo. Ho poca voglia di parlare di calcio, oggi. Come si fa di fronte a tragedie così? Come si fa a parlare di calcio dopo quello che è successo in molti stadi italiani? Che tipo di calcio è quello proposto dagli ultras ergastolani che sporcano il silenzio a Torino? Ma anche all’Olimpico e a San Siro non è andata meglio. Per tacere del coro dei soliti veronesi a Bologna. Volgarità incommentabili.
E allora meglio farla finita con sti minuti di cordoglio in luoghi incapaci di rispetto.
Il derby degli ergastolani manda in tilt la classe arbitrale in evidente imbarazzo per non dispiacere né l’una né l’altra. Ne combinano di tutti i colori, ovviamente. Vincono gli ergastolani doc, grazie al redivivo Pirlo. Ma la sensazione che si ha è che la ferocia di un tempo è svanita. Ed è una bella sensazione.
Il primo test scudetto si consuma a San Siro. Ed è il trionfo del gioco allegro e spensierato di Garcia, che ormai di diritto entra nel ristretto club dei candidati alla vittoria finale. Proprio Garcia, accolto dagli sfottò dei tifosi. “Ma nun era mejo Zorro, der capitano Garcia?”. Questa Roma nata da una campagna acquisti ferocemente contestata. Via Lamela e Osvaldo, via il goldel boy Marquinos. Ed eccola qua la Roma, con il planetario Totti che proprio senza Lamela e Osvaldo si gode una libertà di campo mai avuta prima e che gestisce da dominatore. Eccolo qua il Totti di tutti, che Prandelli ormai proprio non può più ignorare. E lì sono affari seri, perchè il CT se decide, dovrà decidere di scompaginare un modulo su cui lavora da anni.
Benitez, senza Gonzalo, cancella la batosta di Londra con una spavalda quaterna. I livornesi non sono i gunners, d’accordo. Ma il tecnico lavora sulla mentalità di squadra da grandi traguardi. Anche il Verona fa quaterna a Bologna e mette in vetrina un gioco divertente e soprattutto due autentici gioielli come Jorginho e turbo-Iturbe. Tenero il commento di Lodi ai fischi di Catania: “Sono meglio dell’indifferenza. Vuol dire che qui ho lasciato qualcosa.”.
Un ragazzo all’Olimpico si fa scoppiare un petardo nella mano. Operato, ha perso tre dita.
Operato anche Ibrahimovic. Plastica al naso. Ecco perché ha perso il fiuto del gol.