Benitez cominciò a porsi il problema del gol quando De Laurentiis gli fece capire che l’estimatore per Cavani sarebbe comunque venuto allo scoperto, nonostante quella clausola così alta. E che non avrebbe potuto farci affidamento per il futuro. Difficile, tra l’altro, reperire sul mercato internazionale un altro bomber come l’uruguagio. Un’autentica macchina da guerra negli ultimi venti metri: ventinove gol in campionato e sette in Europa League. Una mitragliatrice. Come fare, allora? Con chi rimpiazzarlo? Don Rafa non si perse d’animo. Nè volle scoraggiare il presidente, incontrato in gran segreto più di una volta. Gli disse che a quella montagna di gol sarebbe arrivato con la partecipazione di più elementi; che avrebbe creato una sorta di cooperativa; e che sotto rete si sarebbero presentati anche centrocampisti e difensori. Intanto suggerì come primo passo di prendere Josè Maria Callejòn. A Madrid non aveva segnato tanto ma lo conosceva ed era sicuro che gli avrebbe garantito una decina e più di gol.
Poi, spianò la strada per Gonzalo Higuain che con i «blancos» non era stato così prolifico ma che comunque era andato a bersaglio sedici volte nel 2012-2013 e ventidue nel campionato precedente. Inoltre, l’argentino nato in Francia, sarebbe stato il terminale adatto per una squadra in grado di organizzare una giostra nell’area avversaria. E poi, in organico Benitez avrebbe trovato almeno quattro elementi in grado di farsi valere sotto porta o dal limite dell’area: Hamsik, Pandev, Inler e Dzemaili. Senza contare Lorenzo Insigne e Mertens che confidenza con il gol ne hanno da vendere. Ed ecco che il mosaico prefigurato da Benitez in estate si sta componendo pezzo dopo pezzo, partita dopo partita, vittoria dopo vittoria.
Finora il Napoli ha mandato a rete ben sette calciatori diversi: due attaccanti (Higuain e Pandev), due trequartisti (Hamsik e Callejon), due centrocampisti (Inler e Dzemaili), un difensore (Britos). Una vera e propria cooperativa del gol. Ed all’appello mancano ancora Lorenzo Insigne (in compenso ha timbrato il cartellino in Champions League), Dries Mertens (reduce da sedici gol e diciassette assist nel Psv), lo stesso Zuniga, Armero, Albiol. Benitez ha creato un congegno tattico dove tutti hanno licenza di fiondarsi verso la porta avversaria. Non più un fìnalizzatore principe qual era Edinson Cavani, bensì un gruppo dì assaltatori pronti a trafiggere il portiere avversario.
Non a caso il Napoli vanta il secondo migliore attacco del campionato. E non a caso, la Roma è davanti a tutti. Anche i giallorossi, infatti, mettono in pratica un gioco corale che finora ha prodotto gol e primato in classifica. E’ vero, il Napoli conta gli stessi punti fatti lo scorso anno nelle prime sette gare di campionato (un solo pari e sei vittorie). Ma quest’anno sono stati regalati alla platea ben cinque gol in più e non c’è stato mai un risultato in bianco. E con in intermezzo di Champions League con il Borussia Dortmund alquanto dispendioso sotto il profilo fisico e nervoso.
Le caratteristiche tecniche degli uomini a disposizione di Benitez consentono di attuare la giostra. Cinque di coloro che sono andati a bersaglio c’erano anche la passata stagione. Ma Pandev si sbloccò molto dopo, idem per Inler e Dzemaili. E dei nuovi arrivati, due di loro, Higuain e Callejòn hanno segnato ben sette gol. Il nuovo modulo di gioco consente di portare più uomini in zona gol; di avvalersi delle loro capacità di inserimento (Hamsik su tutti) o di sponda (Higuaìn in particolare); di sfruttare le capacità balistiche dei singoli (Pandev). Ed in attesa dell’esplosione di Insigne e Mertens, il Napoli si prepara alla sfida dell’Olimpico dallo spettacolo garantito.
FONTE: Corriere dello Sport