Insigne titolare contro l’Armenia è più che un ipotesi. Lorenzinho potrebbe entrare in un club di campioni molto esclusivo…

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Un napoletano in Nazionale e per di più titolare al San Paolo. D’accordo, Lorenzo Insigne è cresciuto a Frattamaggiore, non proprio a Napoli, ma siamo lì, napoletano per nascita ed estensione lo è di certo. C’è bisogno di creare l’atmosfera per la partita con l’Armenia, match di scarso richiamo. Qualificazione azzurra già al sicuro e avversario di secondo piano. La prevendita dei biglietti non marcia spedita e l’annuncio di Insigne in campo dall’inizio della partita potrebbe dare una bella spinta. 

La cosa è più di un’ipotesi, Cesare Prandelli ha provato l’attaccante ieri pomeriggio a Coverciano, all’interno di un tridente completato da Florenzi e Gilardino. Soluzione praticabile: Mario Balotelli è debilitato, Osvaldo ha giocato venerdì sera in Danimarca e potrebbe restare fuori per turnover, Giuseppe Rossi entrerà forse a partita in corso, anche se una coppia formata dai due piccoletti, «Pepito» più Insigne, sarebbe intrigante dal punto di vista tecnico. «Lorenzinho» viene da giorni ad andamento ridotto, per via del risentimento muscolare avvertito con l’Arsenal, ma appare recuperato, abile e arruolabile. Quella di martedì sarebbe la sua quarta volta in Nazionale. La prima a Modena contro Malta, poco più di un anno fa, quando entrò al principio della ripresa. Poi il secondo tempo contro l’Argentina, nell’amichevole «papale» di agosto, impreziosita da un gol «maradonesco», il primo con l’azzurro dell’Italia. Da ultimo l’ora abbondante in Italia-Bulgaria di settembre, sua prima presenza da titolare. Insigne però, in questo inizio di stagione col Napoli, ha segnato appena una rete in nove partite ufficiali. Gol importantissimo, la splendida punizione che ha abbattuto il Borussia Dortmund in Champions, ma fa impressione il momentaneo zero su sette in campionato. L’Armenia è l’occasione buona per rimpinguare lo «score» generale e non va sottovalutato un segno: martedì dovrebbe giocare Henrikh Mkhitaryan, talento armeno del Borussia Dortmund, in campo al San Paolo nell’incontro di Champions deciso dalla punizione di Insigne.

Non sono molti i napoletani che hanno giocato con la maglia della Nazionale al San Paolo. Qui ne citiamo tre: Fabio Cannavaro, originario di Fuorigrotta, lo sfizio se l’è tolto per cinque volte, tra il 1997 e il 2006; Ciro Ferrara, di Posillipo, per tre, fra il 1987 e il 1997; e poi c’è il caso di Antonio Juliano, mitico centrocampista di San Giovanni a Teduccio che al San Paolo disputò la storica semifinale con l’Urss dell’Europeo, quella decisa alla monetina. Nomi grossi, caro Insigne.

FONTE: Gazzetta dello Sport

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