25mila tifosi al San Paolo per sostenere la Nazionale. Applausi, qualche fischio ed un unico grido disperato…

san paolo notteE persino un lungo applauso nonché un’ovazione quando è subentrato Mario Balotelli. «Se saltelli, segna Balotelli», il coro per il figliolo irrequieto. «Balotelli, uno di noi». Accolto come uno scugnizzo. Metti una serata d’amore al San Paolo. Napoli ha abbracciato la Nazionale come si può accogliere una mamma che non la si vedeva da anni, Con tutto l’affetto possibile. Cantando ed applaudendo l’inno dei Mameli. Ed affidando a «mamma» Italia un proprio figlio, quel Lorenzo Insigne che ha deliziato la platea ed esaltato Rafa Benitez seduto in tribuna d’onore. Di più non avrebbe potuto una città che aspettava solo l’occasione per dimostrare al mondo intero il suo civismo ed il momento per sensibilizzare tutti sui suoi problemi, camorra ed inquinamento del suolo. «Vogliamo vivere», lo striscione esposto in curva B da quelli che lottano per la Terra dei Fuochi.
Non tanti al San Paolo, ieri sera. Molti di meno rispetto ai circa sessantamila dell’ultima esibizione al San Paolo degli Azzurri (Italia-Lituania, 1-1, settembre 2006). Ma quei circa venticinquemila, con il sindaco De Magistris in testa, hanno sofferto, gioito, cantato, partecipato come non mai. Con migliaia di bambini delle scuole della città e della regione invitati dalla Federcalcio che per la prima volta mettevano piede nel tempio che fu di Maradona e si eccitavano ad ogni giocata di Lorenzinho. Una serata di calcio piacevole e distensiva. Con tanti personaggi del modo dello sport ospitati in tribuna d’onore. Ed è lì che si sono soffermati gli sguardi di tanti giovani. C’erano Benitez con tutto il suo staff; Maggio, Colombo ed Uvini; Vinicio e Bruscolotti; Giuseppe Abbagnale e Sandro Cuomo; l’ex presidente del Napoli, Ferlaino, e tanti esponenti delle istituzioni cittadine. «Bella risposta della città ma non avevamo dubbi. Speriamo di poter avere tante altre volte la nostra nazionale al San Paolo e di dotarci nel giro di qualche anno di uno stadio all’altezza», ha confidato il sindaco De Magistris.
PRIMA AL SAN CARLO – Ma il personaggio più scrutato e salutato è stato Rafa Benitez. Di pomeriggio Don Rafa era passato per il teatro San Carlo, ricevuto con cordialità dalla sovrintendente Rossana Purchia. «E’ stata una grande emozione entrare nel teatro San Carlo – ha detto Benitez – in una struttura maestosa ed affascinante. Mi è piaciuto molto ed è stata una bellissima esperienza che credo ripeterò appena possibile». Quando Benitez è arrivato dinanzi al palco c’era il coro del San Carlo che stava provando lo spartito di un concerto. Gli orchestrali hanno interrotto le prove intonando le note de «’o surdato ‘nnammurato» improvvisando dal vivo il ritornello: “oj vita, oje vita mia». Lo stesso ritornello strappato ieri sera dagli azzurri ai venticinquemila cuori innamorati.

Fonte: Corriere dello Sport

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