L’editoriale di Ivan De Vita: “Roma-Napoli, lo spettacolo muove verso Sud”

editoriale_ivan_de_vitaVentiquattro ore. Ventiquattro giri di lancette prima che le solite flebili chiacchiere che fanno da stuolo ad un big match lascino spazio al campo. Due settimane di attesa sono effettivamente un’agonia, anche se ad onor del vero domani sera non c’è in palio nulla. Sia chiaro, nulla. Saranno novanta minuti utili a confermare le strabilianti ambizioni della Roma di Garcia, messe a repentaglio dal carisma e dall’esperienza di Benitez e della sua truppa. Tutto qui.

Scherzi del destino, appena un anno fa all’ottava giornata si presentava un quadro identico. Napoli proveniente da sei vittorie ed un pari a Catania, ospite della Juventus campione d’Italia. Obiettivo: convincere. Prima di tutto sè stesso e poi gli addetti ai lavori di poter competere con i bianconeri. Il verdetto del campo fu la prima mina sulle certezze partenopee. Sentirsi inferiori destabilizza a livello psicologico, basta un soffio per perdere la convinzione nei propri mezzi.

All’Olimpico si presenterà lo stesso subdolo bivio. La sorpresa Roma, carica a mille e a tratti quasi perfetta, dopo sette vittorie consecutive attende gli azzurri sfregando le mani e con la bava alla bocca. Ecco l’attesa, spasmodica e snervante. Così come l’entusiasmo che straripa dal Tevere. Forse questa volta non sarà il Napoli ad arrivare a quest’appuntamento con la pressione angosciante della piazza e dei media. Sulla nostra pelle qabbiamo imparato quanto può influire il peso della responsabilità sul rendimento della squadra. L’eccitazione può consentire di viaggiare a vele spiegata, ma al primo intoppo sicuramente qualche crepa dovrà spuntare. I primi venti minuti di gara, in questo senso, fungeranno da spartiacque.

Sarà la gara dei due coach. Gli unici due tecnici stranieri tra le possibili pretendenti al tricolore. Due che hanno portato una ventata di spettacolo nel nostro campionato. Palleggio, scambi stretti, verticalizzazioni, ripartenze. Un calcio che delizia il palato fine e, a quanto pare, anche la classifica. Soprattutto la Roma fa della grande tecnica dei suoi centrocampisti la sua arma affilata, Florenzi e Gervinho attaccano gli spazi in modo devastante, con il sempreverde Totti a supporto. Il Napoli preferisce maggiormente la fitta rete di passaggi per poi sfociare sulle fasce. Non solo Higuain, ma l’intera batteria di trequartisti può essere letale negli ultimi sedici metri.

Se le due contraeree sono pronte all’assalto, occhi puntati anche sulle retroguardie. La difesa giallorossa, con l’innesto di Benatia e la protezione di De Rossi, sembra impenetrabile: solo un gol subito finora. Qualche dubbio, invece, desta quella azzurra. Oltre ad Albiol (al momento ancora in forse), Britos, Fernandez e Cannavaro non garantiscono finora quella solidità essenziale per scalare la vetta almeno in Italia. Il banco di prova di domani fa tremare un po’ le gambe, ma molto dipenderà anche dall’assetto tattico deciso da Don Rafè. Con la pesante assenza di Zuniga, giocare troppo a viso aperto e lasciare ampi spazi ai velocisti di Garcia potrebbe rivelarsi un boomerang.

Sarà la gara dei duelli a distanza. Totti-Hamsik è da copertina, con il napoletano continuamente tacciato di poca incisività nei match di cartello. C’è il confronto  “nuove speranze” Florenzi-Insigne, amici e compagni di nazionale, punti cardine dei rispettivi club. Tra i pali il passato sfida il presente. De Sanctis, ieri per l’ennesima volta polemico nei confronti della società campana, affronta Pepe Reina. L’ex Liverpool è nel cuore dei tifosi azzurri per attaccamento al progetto e simpatia. Poco male se veste la maglia di Balotelli come pigiama, se gli ha parato un rigore può permettersi di tutto. Il pirata Morgan, seppur traballante nelle ultime stagioni, è sempre stato un pilastro fondante del Napoli mazzarriano. Il suo difetto è forse l’eccessiva emotività, la mancanza di tranquillità nei momenti cruciali. Energia negativa spesso trasmessa all’intero reparto arretrato. Ci si augura che con Reina, almeno da questo punto di vista, si sia voltata pagina.

Roma-Napoli non è mai stata una partita banale. E’ il derby del sud, la sfida tra due tifoserie calorose ed ostili. Edinson Cavani, nelle ultime tre stagioni, è stato l’assoluto mattatore in quello stadio. E’ giunta l’ora di metterci una pietra sopra. Appuntamenti come questi dimostrano se il carattere vincente di Rafa Benitez è entrato nell’animo dei calciatori. Fame, cattiveria e sicurezza. Un pizzico di fortuna e cinismo. Nessun timore reverenziale. Questi gli ingredienti di una grande squadra. Accendiamo i fornelli?

Ivan De Vita

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