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Oggi scatta il Mondiale Under 17: pronte a farsi spazio due stelline del Napoli!

Solo il tempo ci dirà se saranno campioni. Ma l’Under 17 di Zoratto che oggi debutta al Mondiale degli Emirati Arabi contro la Costa D’Avorio di sicuro è un esercito di talento. L’uomo simbolo è Alberto Cerri. Capitano, leader, goleador. Soprattutto, unico ad aver già assaporato il profumo di Serie A, a soli 16 e 348 giorni, in Parma-Pescara. Un predestinato. Parmigiano, cresciuto nel Parma e speranza emiliana per un futuro non lontano: “La prima in A fu una sorpresa anche per me – ricorda Cerri –. Donadoni mi mandò a scaldare ma non credevo di entrare. Poi il preparatore atletico Andreini corse a chiamarmi e allora sì, lì mi tremarono le gambe”. Una stagione, l’ultima, da incorniciare: debutto in A, argento europeo e scudetto Allievi. Ora, però, la testa è solo al Mondiale. “Essere qui è una grande emozione – ammette Cerri – e non vediamo l’ora di cominciare”. La finale dell’Europeo persa ai rigori contro la Russia, ha comunque aperto le porte della storia a Cerri e compagni. Mai un Under 17 italiana aveva centrato una finale continentale: “Ma adesso si riparte da zero – ribatte Cerri –. La delusione per la sconfitta non è ancora scomparsa. Ogni tanto con i compagni ci ridiamo su per sdrammatizzare, ma la realtà è che a me dà ancora troppo fastidio pensare a quei rigori. Chiaro che c’è anche tanto orgoglio. Siamo arrivati dove nessuno prima di noi era riuscito. E siamo stati a un passo dal titolo”. Ora però “pensiamo al Mondiale, che è tutta un’altra storia. C’è voglia di arrivare lontano, di stupire ancora. Di tornare con un’altra medaglia al collo”.

Gli altri Le speranze azzurre passano anche dalle parate di Scuffet, dai dribbling e la fantasia di Tutino e Parigini, dalle serpentine di Vido, dal carisma di Pugliese, dalle folate di Dimarco, terzino dell’Inter classe ’97, splendida sorpresa dell’ultimo Europeo. Gioca sotto età, con una personalità fuori dal comune. E in difesa occhio pure ai due romanisti Elio Capradossi e Arturo Calabresi, figlio della «Iena» Paolo. La Roma Primavera, come i grandi, viene da 7 vittorie nelle prime 7 gare ufficiali tra campionato e Coppa Italia. I due sono molto legati, anche se spesso in lotta per una maglia: «Il fatto di essere sempre in competizione ci ha unito ancor di più», confessa Calabresi, trovando sponda in Capradossi: «Ci stimiamo e ci vogliamo bene, ecco perché siamo uniti». A dividerli c’è la scelta degli idoli: «Io, da ex centrocampista, mi sono sempre ispirato a De Rossi», dice Calabresi. Capradossi, papà italiano e mamma ugandese, ricorda Aldair anche se si rivede in Juan: «Sono arrivato alla Roma da piccolo e ho avuto la fortuna di ammirarlo dal vivo: un fuoriclasse». De Rossi e Juan, due campioni. Imitarli sarebbe il massimo.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Articolo modificato 17 Ott 2013 - 11:13

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Scritto da
redazione