La tavola è imbandita con i piatti migliori: primi, secondi, contorni e dolci da leccarsi i baffi. Roma-Napoli di questa sera si presenta come una grande abbuffata. Vincerà chi si dimostrerà meno sazio, quello che avrà più fame, più voglia di stupire, anche a costo di rischiare l’indigestione. Totti contro Higuain è la portata che tutti aspettano: il veterano, che dall’alto del suo 22° campionato di serie A , sfida il pivellino alla prima esperienza nel nostro torneo. Ma non c’è soltanto questo: che dire del duello straniero della panchina, Garcia contro Benitez? E ancora: meglio il 4-3-3 della Roma o il 4-2-3-1 del Napoli? Alla lunga sarà più efficace il sistema difensivo dei giallorossi o quello del Napoli? Inoltre: più spettacolare il terzetto di centrocampo di Garcia, con tre registi che si scambiano continuamente posizione e compiti, oppure il solido muro formato da Inler e Behrami con tutto il peso delle incursioni affidato a Marekiaro Hamsik? Temi che verranno discussi e approfonditi nei 90 minuti dell’Olimpico. In questo momento, in Italia, non c’è nulla di più affascinante di questa sfida.
L’importanza delle ali Le luci sono per Totti e Higuain, si diceva, e gran parte delle emozioni della serata sarà legata al loro estro, ai loro colpi, alle loro invenzioni. Attaccanti diversi per caratteristiche e per atteggiamento, entrambi condizionano il modo di giocare delle loro squadre. Totti è il classico catalizzatore di tutte le manovre giallorosse. Ora si dice che si muove come un finto 9, una specie di centravanti arretrato. In realtà Totti gioca come ha sempre giocato: a seconda degli allenatori e degli schemi adottati, il capitano è stato una seconda punta, una prima punta, un trequartista, persino un’ala sinistra. Piccole variazioni sul tema. Totti, in posizione centrale, è abilissimo a smistare il pallone anche con le spalle rivolte alla porta avversaria: riceve dai centrocampisti, dialoga frequentemente con loro e, al momento opportuno, innesca i laterali offensivi. A San Siro le sue genialate hanno permesso a Gervinho e a Florenzi di pedalare fino alla porta interista. La velocità delle due ali ha poi fatto la differenza. Lo schema anti-Napoli non cambia, anche se Garcia potrebbe ruotare gli interpreti. Se al posto di Gervinho ci sarà Ljajic, probabilmente la Roma avrà meno accelerazioni, meno potenza, ma più imprevedibilità vicino alla porta nemica. Scelte che il tecnico giallorosso vorrà ponderare con calma.
Movimenti in profondità Higuain, al contrario di Totti, è un centravanti classico. Non un bisonte che se ne sta in area di rigore, sia ben chiaro, ma un puntero che con i suoi movimenti in verticale e in orizzontale allunga a allarga le difese avversarie. E poi, quando si tratta di entrare nei sedici metri caldi, lui risponde presente: ha il fiuto del gol, finta e controfinta, tiro di destro e di sinistro, e pure di testa è da temere. La forza del Napoli sta nel saper appoggiare il gioco sul centravanti e nel muoversi di conseguenza: se Higuain si allarga a destra, si apre il corridoio centrale per gli inserimenti di Hamsik. Se invece l’argentino va a sinistra, può duettare con Insigne, anche lui micidiale quando arriva al limite dell’area e può piazzare il tiro. Contro la Roma Higuain finirà nella morsa Benatia-Castan: uno andrà in anticipo e l’altro darà la copertura (proprio come lo stopper e il libero di una volta, perché nel calcio non s’inventa nulla). I frequenti interscambi tra l’attaccante e le due ali saranno determinanti per far saltare il dispositivo della Roma.
Tre contro due Benitez ha dichiarato che non marcherà Totti a uomo, e c’è da credergli: servirebbe a poco. Il sistema difensivo del Napoli prevede un pressing molto alto. Il diktat è: rubare il pallone vicino alla porta avversaria e costruire rapidi contropiedi. In questo modo si possono trovare gli spazi adatti a Higuain, Insigne e Callejon. Se invece la Roma riuscirà a evitare l’aggressione del Napoli, allora diventerà difficile la fase di contenimento per la squadra di Benitez. Perché? Semplice, si troverebbe in inferiorità numerica in mezzo al campo: il trio Pjanic-De Rossi-Strootman contro i soli Inler e Behrami potrebbe tranquillamente far girare il pallone e aspettare il momento giusto per colpire. La chiave della sfida di questa sera, alla lunga, sarà proprio qui, a centrocampo. Il Napoli dovrà fare molta attenzione nel pressing, i reparti dovranno essere corti e stretti per non concedere spazi alle ripartenze della Roma. La squadra di Garcia, abilissima quando può sfruttare la velocità dei suoi esterni, ha di solito un atteggiamento attendista. La linea difensiva giallorossa è spesso piuttosto bassa: i giocatori di Garcia aspettano gli avversari negli ultimi trenta metri, dando in questo modo la massima protezione alla retroguardia. Questo è uno dei segreti, se non addirittura il principale, che fa della Roma la squadra con la miglior difesa. I giallorossi si chiudono a riccio quando non sono in possesso di palla e si aprono a ventaglio per impostare la manovra.
La gara nella gara Gli uno contro uno, se la sfida risulterà tatticamente bloccata, saranno determinanti. Callejon e Insigne contro Torosidis e Maicon da una parte; Florenzi e Ljajic contro Mesto e Maggio dall’altra. Sulla carta la Roma pare in vantaggio in questi duelli. E poi c’è la partita dentro la partita, quella che si giocherà tra De Rossi e Hamsik: è lì che si può spostare l’equilibrio. Chi vince questo duello quasi certamente si porta a casa i tre punti.
Fonte: La Gazzetta dello Sport