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Faccia a faccia, sino all’ultimo minuto. In un duello cruciale sul piano tattico, sacrificati forse un po’ troppo in nome della strategia, ma senza mai risparmiarsi. Faccia a faccia, i due capitani di questa notte scudetto, De Rossi la fascia l’ha ereditata dopo la mezz’ora, quando Totti si è arreso per infortunio; Hamsik i gradi li ha indossati subito, come sempre, anche se più tardi il capitano Cannavaro si è alzato dalla panchina per sostituire Britos, anche lui infortunato. Daniele contro Marek, senza perdersi mai di vista.

Duello scontato, per via delle posizioni occupate in campo: De Rossi perno della mediana giallorossa, Hamsik trequartista alle spalle di Pandev proposto ancora da punta centrale quando Higuain è venuto meno a poco più di un’ora dal fischio d’inizio. Ma un duello rafforzato dalle consegne dei due tecnici, quelle di Garcia in particolare. De Rossi ha seguito praticamente a uomo Hamsik quando il Napoli era in possesso palla, rafforzando il filtro davanti alla difesa e agevolando il compito dei due centrali, Benatia e Castan, liberi di concentrarsi su Pandev in prima battuta.

Nella situazione opposta, anche Hamsik ha dovuto sostenere un lavoro dispendioso: non toccava a lui prendere in consegna De Rossi, a quello ci avrebbero pensato Behrami e Inler, il compito era quello di alzare il pressing azzurro andando a disturbare la ripartenza dell’azione a partire dai due centrali difensivi romanisti. Diciamo che in questa fase Hamsik ha fatto il lavoro sporco della seconda punta, mentre Callejòn e Insigne sostenevano in copertura il centrocampo.

Le occasioni per mettersi in mostra? La migliore l’ha avuta De Rossi, con un colpo di testa bloccato da Reina che è stato il primo tiro nello specchio dell’intera partita. Senza pretese la conclusione, sempre di testa, di Hamsik su cross di Maggio. La cosa più bella del primo tempo, però, l’ha fatta De Rossi e l’ha fatta in difesa: il salvataggio acrobatico sulla conclusione di Pandev respinta da De Sanctis, ai punti, pesa tantissimo.

Alcune statistiche all’intervallo: De Rossi più preciso di Hamsik nei passaggi – 88,9% contro l’87% dello slovacco – ed essenziale nella fase di filtro, con 8 duelli vinti e 2 palloni recuperati contro l’unica palla rubata dal trequartista azzurro. Difficile per Hamsik trovare libertà d’azione e campo aperto per inserirsi centralmente partendo in velocità. Gli spazi l’azzurro se li è dovuti andare a cercare altrove. Allargandosi a sinistra, per esempio. Oppure con movimenti opportuni a ridosso dell’area per mettere qualche metro in più tra sé e De Rossi, magari cercando l’uno-due nello stretto. In effetti, con il Napoli nelle condizioni di crossare o di tentare lo scambio rapido al limite, il capitano giallorosso si è schiacciato molto sui centrali rivelandosi preziosissimo.

Due palloni portati via in piena area a Pandev e Insigne, con precisione chirurgica in situazioni delicatissime, rendono bene l’idea di quanto De Rossi l’ha fatta da padrone in entrambe le fasi di gioco. Tornando ad Hamsik, lo slovacco è riuscito a costruirsi un solo tiro in avvio di ripresa, mettendo la palla di poco oltre la traversa. Un po‘ poco rispetto agli standard del miglior marcatore del Napoli in campionato, 5 reti all’attivo.

L’analisi dei flussi di gioco dice che De Rossi e Hamsik hanno toccato sostanzialmente lo stesso numero di palloni, che lo slovacco è stato anche leggermente più preciso nei passaggi, soprattutto nel fraseggio nello stretto. Non è arrivato, però, il passaggio giusto per mandare al tiro un compagno. Nella fase di interdizione, ovviamente, primeggia De Rossi: palloni rubati, contrasti aerei e duelli vinti, così ha fatto la differenza.

FONTE: Corriere dello Sport

 

Articolo modificato 19 Ott 2013 - 12:46

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Scritto da
redazione