La prima, quella forse più affilata, è l’indisponibilità di Zuniga a causa dell’intervento programmato al ginocchio, che lo terrà lontano dai campi per almeno venti giorni, quelli cruciali per gli azzurri, che si concluderanno con il crocevia di Torino sponda bianconera. La sua assenza è una botta bella e buona alla fantasia di questa squadra, è uno sferrato attacco all’imprevedibilità degli undici partenopei che hanno ora soltanto in Insigne l’unico interprete del verbo del dribbling, forse troppo poco per mettere a repentaglio la tranquillità delle mura avversarie.
La seconda spina è rappresentata dalla dubbia condizione di forma di Higuain, almeno da come si è palesato dopo averlo visto scendere in campo a Roma, con una paura reverenziale di mettere il piedino, limite insostenibile quando si vuole scendere in campo in un campionato come quello di A. Preoccupante è anche la sensazione di non avere una reale alternativa all’argentino, considerando Duvan Zapata poco più di una giovane promessa, pronta forse tra un anno, almeno lo si spera. ed allora la condizione di Gonzalo va recuperata necessariamente, al più presto possibile, e nel modo migliore, per evitare ricadute che metterebbero in serio pericolo l’incisività di una formazione che, ad oggi, sembra emblematicamente monca senza l’ausilio del peso di un centravanti come Higuain.
La terza spina, quella fresca di qualche giorno, è quella che vede l’infortunio di Britos, non ancora valutato in termini di tempistica di recupero, ma di certo la necessità di mettere un tutore non è fa ben sperare. La sua assenza, oggi, potrebbe davvero rappresentare un problema, in vista di una probabile crisi esistenziale di Cannavaro, traumatizzato dalle reazioni della critica dopo la sua prestazione all’Olimpico, con Fernandez eternamente acerbo e con pochi feedback un po’ da parte di tutti, dal tecnico ai supporters, passando per la stampa.
Con la speranza che ben presto le spine che oggi graffiano e fanno sanguinare le ferite degli azzurri, un giorno possano diventare le spine capaci di fendere in maniera letale i fianchi degli avversari, oggi il giardiniere Benitez ha la necessità di cogliere con cautela la delicata rosa partenopea, con le dovute precauzioni ma con la solita determinazione che lo contraddistingue. Lui, si sa, ha il pollice…azzurro!
Articolo modificato 20 Ott 2013 - 03:34