Dottor Morello, il suo collega Tosel ha sanzionato la curva della Juve dopo i cori anti-Napoli con la nuova regola della curva chiusa con la condizionale: come la giudica?
«L’ordinamento sportivo è sempre più un ordinamento che cambia le regole a proprio piacimento e interesse. Non è serio cambiarle nel corso del campionato: per me era giusto chiudere le curve, non tutto lo stadio, per gli indegni cori discriminatori che colpiscono sempre più spesso i napoletani. Anche se si penalizzavano i veri tifosi, sarebbe stato interessante capire se questi pseudo tifosi preferivano continuare a insultare piuttosto che godersi lo spettacolo della propria squadra del cuore dalla curva».
Nel contempo la curva interista non è stata punita perché, evidentemente, ha intonato sia cori contro i napoletani che contro i milanesi…
«Purtroppo questa è la conseguenza del cambiamento delle regole. Il giudice si è evidentemente arrampicato sugli specchi: da collega lo capisco perché a lui tocca solo applicare le norme, evidentemente sbagliate e prodotte solo per interessi di parte. In ogni caso mi sembra evidente che gli ultrà delle curve del nord abbiano ingaggiato una sfida contro la Federazione, che si è piegata alle minacce dei tifosi».
Lei dunque boccia senza riserve la soluzione?
«Questa vicenda non fa altro che allontanare sempre di più le famiglie dallo stadio. Il modello dei campionati esteri è quello da seguire: qui gli spettatori non possono sbagliare alcun comportamento, io seguo il Napoli in trasferta solo all’estero e mai in Italia».
I tifosi napoletani sono sempre più nel mirino?
«Innanzitutto mi dispiace che qualche nostro tifoso solidarizzi con gli ultrà del resto d’Italia su questo punto. Per me non è goliardia, per esempio, vedere i tifosi del Milan con le mascherine al volto. Bisogna tenere alta la guardia».
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 29 Ott 2013 - 09:43