Mertens, il belga sta vivendo un ottimo momento. Possibile il suo impiego con la Fiorentina

mertensMertens, l’eroe normale degli ultimi giorni azzurri ha un nome breve, di cinque lettere appena, capace però di mandare in tilt chi prova a ripeterlo senza guida, almeno quanto i suoi dribbling: Dries. Che in fiammingo significa coraggioso o virile. Ricercato, no? La pronuncia, però, è la più semplice possibile: così come si legge e senza virtuosismi anglosassoni, tanto per rendere l’idea. Già, perché la semplicità è il tratto saliente di questo giocatore, belga delle Fiandre, che in silenzio assoluto ha conquistato la scena e l’esigente – a dire poco – pubblico azzurro. Tanto da risultare (pressoché) insostituibile, in questo momento. Le ultime due partite, con l’OM in Champions e il Torino in campionato, hanno definitivamente acceso i riflettori sul suo taglio alla moda, più stile sconvolto che cresta, e sul suo modo di giocare: tutta velocità, dribbling, intelligenza, assist. A destra o sinistra. Manca il gol, quello sì, soprattutto per uno che in carriera non ha fatto altro che segnarne a valanga, ma l’impressione è che sia soltanto una questione di centimetri: l’ha sfiorato e poi ancora, non vale la pena arrendersi proprio ora. A maggior ragione se in ballo c’è una cena. Scommessa tra amici. Cose semplici, alla Dries. E all’improvviso arriva Mertens. Sbucato dal nulla in periodo di mercato, venuto fuori a furia di lavoro e sacrifici in mezzo agli assi, tanti, del notevolissimo attacco del Napoli. Nessuna estrazione latina e neanche l’abbrivio di certe tradizioni calcistiche fascinose e stuzzicanti – Crasson e Renard i suoi predecessori -, ma soltanto il talento, le doti di formidabile atleta e l’incoronazione di Rafa: «E’ un esempio per tutti». E poi, la gioia vera di vivere a Napoli: perché l’uomo delle Fiandre è molto più scugnizzo di quanto si possa immaginare.

DA CAPRI A FIRENZE – E allora, il giorno dopo il Torino e quelli prima della Fiorentina. D’accordo i complimenti collezionati in fila, perfetto il relax e la giornata in famiglia trascorsa ieri a Capri respirando aria di mare, ma domani è già campionato. Di nuovo battaglia (sportiva) e un’altra tappa della maratona scudetto: l’obiettivo vero. Ecco, per arrivare fino in fondo, come ha detto anche il suo collega e compagno Higuain il Pipita, bisogna dare continuità alle vittorie, ed è per questo che al Franchi, con una squadra forte e gasata, il Napoli dovrà fare la voce grossa. Correre e poi ancora. Ispirato: proprio come Mertens, reduce da prestazioni super in Champions e in campionato, e candidato, per meriti conquistati sul campo, anzi sui campi, a trovare posto dal primo minuto anche a Firenze.

IL CRESCENDO – Bel momento, per lui, dopo un avvio un po’ così ma reso comunque speciale dall’esordio in Champions con il Borussia, nel finale (“ho coronato un sogno”, disse): ambientamento con l’Atalanta, la prima da titolare; qualche acuto con il Sassuolo, la seconda; a spron battuto con il Livorno al San Paolo, dove s’è esibito anche nella specialità della casa, l’assist (a Pandev) dopo una cavalcata degna di Bolt; con l’Om a Marsiglia, dove ha mandato in porta prima Higuain e poi ispirato Zapata di tacco, con un giochetto geniale e fulmineo, manco avesse gli occhi dietro la testa; e con il Torino nell’aperitivo di Fuorigrotta, dove ha fatto ciò che ha voluto e guadagnato il primo rigore. Basta? Eh no, non può mica fermarsi proprio ora: caccia al gol.

SCOMMETTIAMO CHE? – Gli manca eccome, perché finora, cioè in Olanda con l’Utrecht e il Psv, ne ha segnati un bel po’. Soprattutto nelle ultime due stagioni di Eindhoven, dove tutti lo rimpiangono come si rimpiange un idolo: 45 tra Eredivisie e coppe varie (e a cotè gli assist: 25 nell’annata precedente, di cui 17 in campionato). Non lo vive come un tormento, per carità, ma la gente glielo chiede di continuo. Passanti, conoscenti, amici. E chef. Dries, di solito, ama mangiare aragoste affacciato alla Finestrella di Marechiaro, così da ammirare il panorama mozzafiato in contemplazione e ben istruito dall’anfitrione Vittorio. In silenzio. Un silenzio interrotto da una scommessa siglata proprio di recente: tu fai gol e la cena è offerta. Risate e qua la mano. Fiorentina avvisata.

HIPPY NAPOLETANO – Ecco, al di là del lavoro duro, durissimo, del talento di madre natura e di una struttura fisica che gli concede grande rapidità, agilità e resistenza alla velocità, il segreto di Mertens, 26 anni, è la semplicità. L’umiltà: è rimasto quello di sempre. Anche se andrà al Mondiale con il Belgio. E’ il ragazzo di Lovanio fidanzato con la ragazza di Lovanio, Katrin detta Kat, che non lascia mai a casa la cagnetta di nome Juliette e che trovi sul Lungomare a passeggiare in shorts e infradito senza griffe. Altro che divi: un hippy (scugnizzo). Che vive in un palazzo di Posillipo e va matto per i fiori di zucca ripieni. Che la sera non tira mai tardi e che per lui, il divertimento, è stare con la famiglia e gli amici. Come Kevin Strootman, suo compagno al Psv e ora rivale per lo scudetto con la maglia della Roma: si sono visti nella Capitale, ora il collega olandese è atteso a Napoli. A suo tempo. Domani è Firenze la tappa: Dries il velocista è già in pista.

Fonte: Corriere dello Sport.

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