“Firenze lo sai non è servita a cambiarla” cantava il grande Ivan Graziani, cantautore geniale e mai troppo celebrato ed, in effetti, la partita il destino ha voluto che fosse tinta d’azzurro.
I toscani ci hanno provato a più riprese (anche molto sfortunati, a dire il vero) ma si sono dovuti arrendere all’evidenza di un Napoli più concreto.
La gara parte con l’assenza di Hamsik tenuto a riposo precauzionale da Rafa Benitez, in campo Pandev sostituisce lo slovacco, Mesto sulla sinistra a rilevare Armero.
E lo spagnolo, anche questa volta, azzecca tutti i cambi ed ha “Gli occhi di Marmo del Colosso toscano”, quelli di chi “guarda troppo lontano” ed opera la scelta saggia con coerenza e coraggio, Montella, da giovane ed intelligente tecnico che è, dovrà prendere appunti.
Il match si sblocca al 12’.
Pandev apre per Higuain che d’esterno destro trova Callejon. Lesto lo spagnolo a concludere al volo con il collo del piede, per Neto nessuna chanche. Un tiro che, per coordinazione e tecnica, è la magia del calcio.
La Fiorentina si scopre e cerca disperatamente il pareggio.
Bisogna attendere più di 10’ per veder premiati gli sforzi dei viola. Fallo di Fernandez ai danni di Savic, l’arbitro Calvarese fischia il rigore. A trasformare dal dischetto ci va Giuseppe Rossi. 1-1 palla da un lato portiere dall’altro ed è tutto da rifare per gli azzurri.
“Ma di tempo ce n’è in questa città, fottuti di malinconia e di lei”, perché i tifosi del Napoli ci pensano alla Roma che va 100/h e sembra non fermarsi mai. Ma i giocatori no, loro tirano dritto per la loro strada, gettando il cuore oltre l’ostacolo e cercando di insegnare calcio.
I rischi, tuttavia, non mancano perché i gigliati non stanno a guardare ed, anzi, colpiscono un palo con il solito Cuadrado, trascinatore e sempre più uomo simbolo della squadra di Montella.
Ed è proprio quando la Fiorentina sembra spingere di più che arriva il vantaggio napoletano. Ancora una volta tutto parte dai piedi di Higuain . Prezioso il suo tocco in profondità che serve perfettamente Mertens. Il belga come il “Barbarossa studente di filosofia” alla corte Benitez, lui il ragazzo “con l’italiano insicuro” , lascia partire un sinistro perfetto che si insacca nell’angolino della porta difesa dal brasiliano Neto. E’ l’1-2 che non t’aspetti, ma non per questo Non meritato.
Nella ripresa il canovaccio è lo stesso, Fiorentina che spinge e Napoli di ripartenza.
Mertens e Callejon si rendono ancora pericolosi ma non sfondano. Al 29’ Rossi impegna severamente Reina, il portiere iberico respinge alla grande. Gli azzurri si permettono anche “il lusso” dell’espulsione di Maggio per doppia ammonizione ma sanno chiudersi.
Entrano Hamsik ed Insigne. Poi il presunto fallo di Inler su Cuadrado, forse più veloce sia delle telecamere che degli arbitri in campo.
Il rigore forse c’era. Ma il calcio è questo, ed il bello di questo sport è che è imprevedibile e non sempre va come ci piacerebbe. E bisogna accettare il verdetto del rettangolo verde.
E come diceva il mitico Ivan Graziani“Per questo canto una canzone triste, triste, triste…”. Firenze, è una canzone triste , per stasera va così. Per Montella e co. Non è serata e tocca ingoiare il boccone amaro. Mentre il Napoli continua a volare ed a dare chiari segnali di solidità che fanno sognare i tifosi
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Nando Misuraca