CHIC – E allora, sotto a chi tocca. Di potenza o di fino: perché Higuain ha spiegato chiaramente di saper spaccare le porte ma anche carezzare il pallone come solo i campioni sono in grado di fare. Chi l’avrebbe mai detto. Cioè, chi l’avrebbe mai immaginato che il sostituto del cannibale Cavani, collezionista di scalpi di portieri e gol a grappoli, sarebbe stato un attaccante di razza capace anche di indossare i guanti dell’assistman raffinato. Puntero e a tratti anche falso nueve. A tratti, sia chiaro. Però di certo non sono casualità i due gioielli serviti in serie a Callejon con l’Om e con la Fiorentina. Da manuale dei manuali, quello di mercoledì; un esterno chic a dire che poco che ha raccontato in sintesi quante soluzioni offra il signor Pipita.
MINUTI E MINUTI – Bene, dunque, perché fermarsi? Il problemino muscolare che ha agitato qualche vigilia sembra ormai un ricordo lontano anni luce, eppure Rafa continua a dosarne l’impiego con la sagacia del gestore consumato: 22 minuti a Roma, 58 a Marsiglia, 67 con il Torino, 62 a Firenze. E ora? Insistere. Ancora: perché la condizione deve crescere, dopo la pausa improvvisa, e Gonzalo ha una voglia matta di incrementare anche il bottino. Cinque, finora, i gol in campionato (6 considerando anche la capocciata col Borussia in Champions): una media quasi Real, considerando che un anno fa, di questi a tempi, a Madrid era a quota 7. Senza infortunio.
LA NAZIONALE – Andujar, insomma, è avvisato: d’accordo l’amicizia e anche la militanza nazionale, però il campionato è un’altra cosa e la Roma e la Juve non si fermano mica. A proposito: bella notizia per entrambi, dal ct Sabella, che ha convocato sia l’attaccante del Napoli, sia il portiere del Catania – e a dirla tutta anche Fede Fernandez – per le due amichevoli che la Seleccion giocherà con l’Ecuador e con la Bosnia negli Stati Uniti il 15 e il 18 novembre.
FIESTA? IN CAMPO – A suo tempo. Ora c’è innanzitutto la partita del San Paolo e la carica dei quarantacinquemila, sempre più innamorati del Pipita cuore River: una festa, ogni volta per lui, mentre Gonzalo, in barba alla serie di voci da vicoli larghi e stretti che lo vorrebbero avvezzo alla fiesta, cioè alla vita allegra, continua a viaggiare con i piedi per terra e lo sguardo fisso sull’obiettivo. Altro che notti folli: allenamenti e casa, al massimo a cena con l’orologio sistematico tra le mani e la clessidra in testa. Professionista vero, non si scherza.
BOCA-RIVER TORINESE – Vabbè, funziona così ovunque quando i riflettori sono puntati sulla scena. E il Napoli, e dunque Higuain, sono sempre in prima linea: accadrà oggi, con il Catania degli argentini come lui, e poi anche mercoledì, quando al San Paolo, con l’OM, andrà in scena il quarto atto di una Champions bella ed esaltante, e per finire domenica prossima a Torino. La culla della grande sfida scudetto: Juve-Napoli. Che, per guardarla dalla prospettiva del Pipita, è anche un River-Boca all’italiana con Tevez. Sfida quadrupla: per il campionato, per la classifica dei cannonieri, per le scelte di mercato e per l’onore di un figlio del Monumental (Gonzalo) e di un altro della Bombonera (Carlitos). Non vedrà l’ora, il Pipita. Ma prima di tutto, il Catania: «Perché alle vittorie bisogna dare continuità». Parole sante.
Fonte: Corriere dello Sport
Articolo modificato 2 Nov 2013 - 09:27