Sempre notti magiche al San Paolo in Champions, si attende la sesta meraviglia ed un gol del Pipita

higuain

San Paolo il goleador. Una certezza. Una costante e una sentenza. Benedizioni a destra e a manca, portieri infilati sempre e comunque. E non importa se di fronte c’è un istrionico (tipo Weidenfeller) 0 un fenomeno (come Neuer). Ce n’è, ce n’è stato, finora, per tutti. Con una conseguenza statistica davvero interessante: in Champions, al San Paolo, il Napoli ha sempre fatto almeno un gol. E, soprattutto, non ha mai perso: quattro vittorie e un pareggio, il bilancio complessivo ottenuto sommando i dati dell’edizione attuale e di quella 2011-2012. E domani arriva l’OM: altro giro, altra corsa. Mandanda il marsigliese è avvisato.

E allora, i numeri e la tradizione. Positiva, bella, piacevole, di certo fruttuosa per gli azzurri di ieri e di oggi: mai a secco davanti al popolo del San Paolo; mai domi e sazi. Bocche da fuoco e spara-palloni, roba d’elite. Tutto ebbe inizio con il Villarreal di Rossi (Pepito) e Nilmar a settembre 2011: fu quella la prima del Napoli di De Laurentiis in Champions, e fu quello il primo uno-due micidiale. Marcatori: Hamsik e Cavani, su calcio di rigore, 2-0 servito. Poi, a seguire: graffio al Bayern e a Neuer propiziato dall’autogol di Badstuber (1-1): doppietta di super-Edi con il City di Balotelli e Mancini (2-1) e tris calato in faccia al Chelsea di Villas-Boas – poi esonerato – con doppio Lavezzi e nuovo affondo del Matador (3-1). Lui, ancora lui, il cannibale uruguaiano: capocannoniere in contumacia del Napoli casalingo di Champions con 4 gol.

Caccia al trono di Edinson, allora. In lizza? Beh, tutti, è ovvio, ma tre soprattutto i candidati: Hamsik, Higuain e Insigne, che partono con il vantaggio di un punto giù in tasca. Con ordine. L’annuncio, per cominciare: A.A.A. cercasi Marek. Non disperatamente ma di certo con curiosità. Cercasi più che altro un gol perduto in Europa, smarrito a Vila-real, in Spagna, il 7 dicembre 2011: dall’epoca, da quasi due anni ormai, niente più colpi di cresta in Champions. Anzi, a dirla tutta, niente più corse internazionali di gioia. Sì, dopo aver colpito il Villarreal al San Paolo e poi al ritorno, nella partita che valse la qualificazione agli ottavi, il capitano della Nazionale slovacca e vice azzurro non ha mai più assaporato le bollicine di Champions. Beh, il Marsiglia varrebbe champagne francese, non trova Marek? La partita con il Catania, con tanto di prodezza personale, è forse il viatico migliore possibile.

Hamsik, d’accordo, e poi Insigne e Gonzalo il Pipita con il Borussia (2-1): punizione magica per Lorenzo, un capolavoro da cineteca costato due denti a Langerak (faccia contro il palo), e prima ancora la capocciata di Higuain ad aprire le danze e a spaccare la porta di Weidenfeller (espulso a fine primo tempo). Poi, niente Londra e dunque Arsenal, e brivido con errore al Velodrome, in perfetta e beata solitudine davanti a Mandanda. Altri tempi, sebbene recenti: Higuain, tra l’altro nato in Francia, a Brest, oltre millechilometri da Marsiglia, è ormai un giocatore pienamente recuperato, rispetto a quello visto all’opera all’andata, e dopo la doppietta di rigore ritîlata al Torino ha voglia di tornare a segnare anche in Champions. Dopo 48 giorni (oggi) di ramadan. Osservato, ahilui, anche da Insigne: il suo unico gol stagionale risale proprio alla notte con il Borussia.

Con l’OM, l’argentino, il genietto e i compagni si aiuteranno da soli e faranno quadrato, questo è certo, ma dalla loro avranno anche il San Paolo. Il bunker e la sentenza; il cannoniere (aggiunto) delle notti magiche cantate dagli inesauribili cinquantamila. Le tradizioni vanno onorate, sempre, e dunque non resta che prolungare la striscia che dura da cinque partite. Sotto a chi tocca. Sconti a nessuno.

FONTE: Il Mattino

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