I fratelli Callejon, Josè in Italia e Juanmi in Bolivia

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Da ragazzini a dividerli c’era innanzitutto Ronaldo: José andava matto per Luis Nazario da Lima, a Juanmi piaceva parecchio Cristiano. Per il resto, los hermanos Callejon erano l’oro della cantera del Real Madrid e l’altro tratto unico distintivo era il ruolo, quasi mutuato dagli idoli: uno attaccante, l’altro ala sinistra o trequartista. Per il resto, identici. Poi le strade si sono divise, ma quel legame che pare scandisca le vite di due gemelli al ritmo di una non dev’essere una leggenda. Lo testimonia il calendario: oggi alle 20.45 José Callejon si gioca una bella fetta di passaggio agli ottavi di Champions con il Marsiglia, appena quattro ore e mezza dopo Juanmi Callejon si gioca una bella fetta di campionato boliviano con il Wilstermann.

Scelta Anche nel boom, stessa sinfonia: José a Napoli si sta ritagliando un ruolo da stella e pure Del Bosque lo tiene d’occhio per la nazionale, Juanmi è diventato una stella del calcio boliviano al Bolivar di La Paz. Entrambi hanno un compaesano come tecnico: Benitez per José, El professor Portugal, ex mediano del Real di Boskov, per Juanmi. Poi stesso colore di maglia, azzurro, e stesso giorno d’estate per sventolarla davanti a fans e giornalisti, il 17 luglio. Diverse però le vie per arrivarci (pagato 10 milioni l’uno, mollato dai greci del Levadiakos l’altro), e pure i toni usati ai microfoni: «Voglio vincere lo scudetto, battere la Juve e il Barça», diceva José; «In Spagna la situazione non è delle migliori e tanti devono emigrare, ma venire qui per me non è affatto un passo indietro», diceva Juanmi.

Living in La Paz Se Napoli punta a tornare campione, il Bolivar deve confermarsi: è una sorta di Juve di Bolivia, campione uscente, di proprietà del magnate della tecnologia wireless Marcelo Claure e primo in classifica a +3 sul Wilstermann. Juanmi ha faticato un mese per abituarsi a giocare in altura, ma ora ha la squadra in mano. Rispetto a José segna meno (4 contro 7), ma è questione di ruolo. Era così anche quando giocavano insieme in Segunda B nel 2007-08 e il conto finale fu di 21 a 9. La scatola nera della separazione delle carriere forse è proprio lì: José andò all’Espanyol e a furia di prodezze dopo 3 anni la casa blanca lo ricomprò, Juanmi scelse il Maiorca ma non attecchì e restò in Segunda. Ora fanno i conti con le bellezze locali: il pastore di José va già forte tra i presepai di San Gregorio Armeno, Juanmi aspetta il giorno giusto per andare in gita sul lago Titicaca. D’estate si riuniscono con il camp per ragazzi che hanno messo su, e il loro legame ha un’impronta forte pure nel cemento. A Motril, dove i due sono nati e hanno preso confidenza col pallone nei campetti di calcio a 5, hanno dedicato loro lo stadio: ora si chiama Municipal Hermanos Callejon.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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