L’editoriale di Alessia Bartiromo: “Tutto iniziò il 29 luglio, quando lessi sul Led per la prima volta Gonzalo Higuain…”

editoriale_alessia_bartiromoIl 29 luglio ero al “San Paolo”. Un bel modo di festeggiare il mio compleanno solo quattro giorni prima e salutare il Napoli alla partenza delle mie vacanze estive. Già in ferie per fortuna, potevo godermi una serata senza stress, con una gara dal sapore internazionale ma senza l’ansia delle partite importanti. Ricordo che quella mattina si parlò di rinviare la festa per la presentazione della squadra a causa di un bruttissimo incidente avvenuto nei pressi di Avellino dove avevano perso la vita in maniera tragica tante persone. Una città intera però, si era già mobilitata in vista dell‘Acqua Lete Cup (eh si, non suona proprio bene ma era proprio questo il nome ufficiale dell’amichevole)  per ammirare non solo per la prima volta la squadra di Benitez all’opera ma perché no, anche il Galatasaray di Drogba. Si arriva presto a Fuorigrotta: il presidente tiene il suo discorso al centro del campo e sicuro dice a voce alta “Vogliamo vincere”. Ne deriva una standing ovation prevedibile, De Laurentiis sa come rubare il cuore dei tifosi. Poi, la sfilata dei calciatori con le nuove maglie: azzurra, gialla e quella camo fight che dalla distanza sembra quasi grigia.

Niente festeggiamenti, solo tanti applausi in rispetto del lutto campano. Inutile negare però, che i riflettori sono tutti per lui, Gonzalo Higuain: El Pipita per la prima volta avrebbe messo piede in un ‘San Paolo’ gremito. Tutti lo aspettavano in campo titolare ma Benitez non lo rischia, non va neanche in panchina tra le delusione dei presenti. Nonostante ciò, appena il presidentissimo partenopeo lo chiama, la folla urla già il suo nome. E’ un idolo prima di giocare, ancor prima di ascoltare la sua voce, il perché abbia sposato il progetto tinto d’azzurro. E’ emozionato, forse anche un po’ fuori forma. I miei occhi più che a lui, vanno al Led posto sui distinti, con la sua faccia ed il nome a lettere cubitali, Gonzalo Higuain. Allora è vero, il campione è nostro, ma quasi non ci credo: è il salto di qualità di una squadra che solo pochi anni prima ha vissuto l’inferno della serie C ed adesso si coccola l’ex bomber del Real Madrid, non una squadra qualsiasi. E’ da quel preciso istante che inizia la splendida storia d’amore tra l’argentino ed i napoletani, che oggi è ancora all’inizio eppure prosegue bella e quasi da sogno. Non era facile rilevare l’eredità di Edinson Cavani e delle sue 104 presenze con 78 gol azzurri, in particolar modo rispetto all’ultima stagione in forza al club sotto l’ombra del Vesuvio. Era quasi impossibile farsi subito amare come ha fatto il suo precedessore prima di andare via, instaurando un legame quasi indissolubile con i suoi tifosi (…sempre prima di andare via). Eppure ci sta riuscendo nel meglio: non è ancora al top della forma eppure ha già siglato 5 reti in campionato in dieci presenze e 3 in Champions saltando la gara contro l’Arsenal. Numeri da fuoriclasse, così come le sue prestazioni, gli assist, le giocate, l’intelligenza tattica e le realizzazioni, non ultime quelle contro il Marsiglia. Chi era dubbioso dovrà ricredersi: Higuain è un vero campione, un leader della squadra di Benitez e già un idolo per i tifosi del Napoli…e siamo solo all’inizio!

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