PRIMO DUBBIO – Il «magnifico» Lorenzo va in giro con il «fratino» catarifrangente: in altri tempi, e seguendo dinamiche diverse da quelle attuali, sarebbe un’investitura bella e buona; ma in quella seduta del sabato mattina che sa di tanto (e contemporaneamente di niente) a restar fuori è Josè Maria Callejon. Strano e dunque non necessariamente vero: perché Benitez osserva, scruta, valuta e poi decide e non ha bisogno di stuzzicare i suoi attraverso questi messaggini subliminali che talvolta hanno indicazioni pari allo zero. Ma è Juventus-Napoli e quindi vale qualsiasi cosa: pure tenere un ballottaggio tra le linee, avendo lo spagnolo un minutaggio altissimo (le ultime tre sistematicamente giocate) e potendo Lorenzo Insigne far male, con quelle gambe che nelle ultime sfide – invece – sono state tutelate (una sola dall’inizio, con il Catania; poi due panchine e un part-time che gli ha giovato fisicamente e psicologicamente).
SECONDO INTERROGATIVO – In difesa, la linea è tracciata almeno sugli esterni: Christian Maggio fa il destro, Pablo Armero fa il mancino e il resto va calcolato con l’immancabile tabellina, dalla quale conviene però tener fuori Albiol (il leader e inevitabilmente l’intoccabile). Ma Federico Fernandez non è più uscito da Marsiglia (il 22 ottobre) e sarebbe alla sesta consecutiva: un tour de force e tanta fatica inducono alle riflessioni, nonostante i centrali della retroguardia consumino assai meno di centrocampisti e mediani e laterali. Di conseguenza: 55% di competenza a Fernandez, il rimanente 45% è di Paolo Cannavaro, che non ne gioca una da titolare da quarantuno giorni (con il Sassuolo) e che certo non tremerebbe in un match di così alta tensione.
LE SICUREZZE – Pepe Reina è un totem e però alle sue spalle (in panchina) si ripresenta Rafael (con Colombo), rientrato nell’elenco dei convocati dopo l’affaticamento muscolare che mercoledì sera gli ha negato la Champions League al San Paolo contro il Marsiglia. Ma Rafa Benitez può anche tirare un sospirone di sollievo e godersi l’abbondanza nel bel mezzo della difesa: Miguel Angel Britos aveva fretta, e s’era capito, di dimenticare la lussazione alla spalla rimediata all’Olimpico di Roma il 18 ottobre. Una ventina di giorni gli sono bastati per ritrovarsi in gruppo, per andare a vivere il clima d’un match particolarissimo, per sussurrare presente, magari a mezzo servizio, però già pronto poi per offrirsi al tecnico alla ripresa, con il Parma.
E LE STAR – Il resto è scritto nel marmo: Gonzalo Higuain è il centravanti e non ce n’è per nessuno; e alle sue spalle si scalda Marek Hamsik, che ha potuto rifiatare quanto basta mercoledì sera, assieme a Valon Behrami, assenti giustificati (in avvio) perché all’orizzonte, in quel momento, c’era una Vecchia Signora. Eccola qui.
Fonte: Il Corriere dello Sport
Articolo modificato 10 Nov 2013 - 09:50