Che significato ha questa sfida?
«In quegli anni a Napoli si aspettava solo la Juve, tutti volevano battere la regina. Per un riscatto sociale, anche. Ma non in negativo, piuttosto una questione d’orgoglio. Non serviva nulla di speciale per preparare quella sfida: tutto accadeva naturalmente. All’improvviso vedevo compagni di squadra che non si allenavano mai presentarsi puntuali agli allenamenti… e capivi che stava per avvicinarsi la gara con la Juve. Pesaola, Chiappella non doveva dire niente di speciale prima che scendessimo in campo».
Poi passò alla Juve. Cosa cambiò?
«Tanto. Tra i bianconeri e a Torino si vive con minore intensità questa rivalità. Lì si pensava di più all’obiettivo finale. L’obiettivo era vincere lo scudetto, non battere gli azzurri».
Qual è lo Juventus-Napoli del quale Zoff serba il ricordo più amaro?
«La sfida del 6 aprile 1975. Difendevo la porta bianconera e sull’1-1 feci una grande parata su tiro di Juliano. Alla fine, vinse la Juve per 2-1 grazie ad un gol di Josè Altafini. A fine serata ero orgoglioso per aver fatto fino in fondo il mio dovere ma triste perché sapevo bene quanto a Napoli ci tenessero a vincere lo scudetto».
Altafini disse una volta che anche lei meritiva di essere chiamato core ’ngrato proprio per quella parata…
«Ne feci diverse in quella partita, è vero. Ma il gol che mise ko il Napoli lo fece lui. Dunque….»
Stasera chi ha maggiori possibilità di vincere?
«Entrambe hanno fatto sin qui un’ottima stagione. Il mercoledì di Champions poi consente di arrivare alla partita a cuor leggero. L’attacco azzurro è stellare con Hamsik, Callejon e Higuain. Ma la Juve non ha nulla da invidiare al Napoli».
Stasera saranno uno contro l’altro anche Buffon e Reina?
«Buffon è fortissimo, sicuramente una spanna sopra tutti gli altri. Reina è un portiere molto sveglio, reattivo. Un leader che si sta confermando ai livelli del Liverpool».
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 10 Nov 2013 - 10:11