Quagliarella era il re di Napoli. Uno scugnizzo con la corona in testa. Il San Paolo per Palazzo, i sessantamila lo stuolo di cortigiani adoranti. Una storia già scritta, da lieto fine. Poi quel che proprio non t’aspetti. I musi lunghi, i borbottii da spogliatoio e le scelte tecniche, condivise eppure dolorose. Quagliarella alla Juventus. Tutto in una notte d’estate su una barca in mezzo al mare. Zona Costiera. L’idea, l’intesa, le strette di mano e la decisione. Sofferta. Dubbiosa. C’era il Rubin Kazan che gli faceva ponti d’oro. L’uomo Quagliarella (legittimamente) tentennò, il professionista rifiutò. «Vado alla Juve». Un calcio amaro al tifo e alle passioni. Prese la maglia che mai avrebbe immaginato di vestire. Quagliarella a Torino la vicenda di mercato più imprevedibile (e rumorosa) di quella estate.
MOSSE E CONTROMOSSE – E’ il calcio bellezza. Nothing is impossible, niente è impossibile. Rinaudo era di fatto senza squadra. Fuori dai programmi del Napoli. Quel giorno, l’ultimo del mercato, era seduto davanti alla tv, aspettava uno squillo dal suo procuratore. «Alza la voce, alza, fammi sentire: parlano di me…». Un sussulto seduto in poltrona. Rinaudo alla Juve l’indiscrezione giornalistica che diventò notizia in un attimo.
Titoletti e titoloni. Lavezzi bianconero l’inquietudine napoletana di una sera a cena. C’erano tutti a quel tavolo. L’agente del Pocho, l’intermediario dell’operazione e i dirigenti della Juve. Mai nessuno ha confermato. Ma neppure smentito. Fu una chiacchierata esplorativa. Però intensa. I fatti (di mercato) sono stati altri. Higuain al Napoli il crac. Quaranta milioni di euro per un Pipita d’oro. Concorrenza sbaragliata. Qualcuno però s’era già ritirato. La Juve ci aveva pensato, eccome. Incontri, missioni a Madrid e valutazioni profonde. Soprattutto sul prezzo. Perplessità e scelte: Tevez bianconero, Higuain azzurro.
UNO A TE, UNO A ME … – Incroci di mercato, e in tutte le zone del campo. Duelli finiti spesso pari: Ogbonna e Zapata, 1-1; e pareggio anche per Vidal e Inler. Questione di ingaggi, rapporti e opportunità. Quello che poteva essere, per la Juve, Zuniga a scadenza. C’era una bozza d’accordo, una promessa. Poi il colombiano ha scelto Napoli per altri cinque anni. Un dribbling e via. Come quel doppio passo di Marco Verratti. Spiccioli, prese di posizione e progetti tattici diversi. La Juve si impuntò, il Napoli ci provò, è finito al Paris Saint Germain. Tra i due litiganti di mercato, capita che è il terzo che gode.
Fonte: Il Corriere dello Sport
Articolo modificato 10 Nov 2013 - 10:23