Il Dottor Benitez, concedeteci il titolo, ha lavorato a fondo su uno dei limiti che attanagliava sin dentro le viscere la squadra azzurra, arenata negli abissi delle congetture mazzarriane, forgiate soprattutto sui movimenti senza palla, sulla capacità di “tener botta” e sulla fondamentale necessità di sfruttare al meglio le ripartenze, la vera arma del buon Walter.
“Fatta la legge, trovato l’inganno” dice un proverbio, ed è proprio ciò che, alla fine, ha portato allo scoperto i difetti di uno stile di gioco che, alla lunga, ha dimenticato di curare l’atteggiamento in campo, la voglia di sentirsi superiore all’avversario, attraverso il rispetto ma anche e soprattutto alla capacità di credere in se stessi e nella vittoria, quasi di vederla, di toccarla con mano, di identificarsi nel concetto di “squadra vincente contro chiunque”.
Ecco, è proprio qui che sta la differenza, la squadra di Mazzarri ha nella gara dello scorso anno allo Juventus Stadium quella chiave di lettura sbagliata che gli uomini di Benitez hanno studiato pur di non cadere nello stesso tranello, quello che alla fine porta ad essere prudenti e perdenti. Via quell’alone di sufficienza, bando a quella sensazione di inferiorità che spesso pervadeva gli azzurri nei momenti clou, con Benitez si è cambiata musica, e che stasera si intoni la stessa melodia, una splendida e meravigliosa “cavalcata delle valchirie” in grado di portare il Napoli nell’olimpo di questo campionato.
Articolo modificato 10 Nov 2013 - 16:20