Dopo dodici giornate di campionato e quattro di Champions League, il Napoli ha 28 punti in campionato e 9 nel girone di Coppa dei Campioni. In campionato, se consideriamo che le squadre di alto profilo sono sei (Roma, Juventus, Napoli, Inter, Fiorentina e Milan), ha giocato già quattro scontri diretti in trasferta, con Milan, Roma, Juventus e Fiorentina. Gli uomini di Benitez hanno ottenuto sei punti, con la media di 1,5 a partita, media notevole, se si considera che la Juventus ha giocato a Firenze e a Milano con l’Inter ottenendo solo un punto, alla media, quindi di 0,5.
Il Napoli, nell’attesa del gennaio che dovrebbe portare i rinforzi per la fase difensiva, sta giocando senza tre difensori e con obbligati e frequenti rattoppi nel settore sinistro, sempre della fase offensiva. Inoltre, mancano 26 partite alla fine del campionato e delle trasferte ad “alto rischio”, parliamo sempre sulla carta, deve giocarne soltanto una, a Milano con l’Inter. Sì, solo una. Per il resto, le altre devono tutte far visita al San Paolo, soprattutto Roma, Juventus, Milan e Fiorentina.
Considerando che il più grande rimpianto dovrebbe essere rappresentato dai due punti sprecati col Sassuolo (il pari della Roma aumenta il rimpianto), nel girone con Arsenal e Borussia Dortmund, il Napoli è in piena corsa per la qualificazione. Ma lì, si sa, i partenopei sanno bene che si aggirano in un girone colmo di insidie e di crudeltà.
Dopo 12 partite di campionato, 4 di Champions, con una squadra nuova, con un allenatore nuovo, con un’impostazione completamente diversa dagli anni precedenti, con un impianto ancora in costruzione, non bisogna dimenticarlo, i risultati fino a questo momento raggiunti dal Napoli sono da firma prima di cominciare, soprattutto se si considera che gli azzurri sono a 4 punti dalla vetta, devono poco a poco recuperare e rinforzare la fase e il reparto difensivi e hanno tutti gli scontri diretti in casa, con i più difficili, tranne uno, già giocati, e con non pochi punti conquistati. È ovvio che l’andazzo solido e spedito delle prime due fa una certa impressione, ma fa riflettere pure il fatto che il Napoli sta tenendo il ritmo, e, considerando quanto detto, non vale nemmeno la pena di perdere tempo dietro le polemiche e le solite uscite infelici.
Comunque, chi vuole può pure tenere conto del “coefficiente psicologico”, col dato emotivo del tifoso che sa come reagire e di quello che invece meriterebbe il Napoli di una decina di anni fa. Di fronte a certi dubbi, diventano relativi pure i numeri. Per questo è meglio darli con la dovuta cautela, e aspettare di leggerli una volta soltanto, un po’ più in là.
Sebastiano Di Paolo, alias Elio Goka
Articolo modificato 12 Nov 2013 - 17:31