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Alla Juventus vincere non è importante: è la sola cosa che conta”.
Il primo a proferire queste parole fu Giampiero Boniperti, presidente onorario del club juventino. L’ultimo a scriverle, invece, è stato il neo acquisto Fernando Llorente. Anni diversi, stessa mentalità. Domenica sera i leoni sono stati loro, a strisce bianconere precisamente. Entrati in campo ruggendo, hanno lottato per portare a casa quei tre punti che, inevitabilmente, hanno scritto un altro pezzo di storia.  Juventus-Napoli non è stata mai una semplice partita, rappresenta un riscatto sociale tra popoli che va oltre ad una questione meramente sportiva. Da una parte lo strapotere del Nord, dall’altra la voglia di rivalsa, quella che solo un uomo del Sud può comprendere. Il più forte vince sempre sul più debole, si sa, ma ogni regola ha la sua eccezione. L’ultima vittoria degli azzurri in casa bianconera risale al 2009, anno della magica rimonta. Da allora tante cose sono cambiate: un allenatore dal fascino internazionale, una rosa di campioni e un bagaglio di esperienze più ampio. Cosa è mancato allora alla squadra di Benitez? La prima risposta che può balenare in mente è che la Juventus è semplicemente superiore ma il calcio insegna che chi gioca con il cuore e con la giusta cattiveria agonistica, talvolta, può raggiungere risultati inaspettati, proprio come quello di quattro anni fa.

Allora bisogna scavare un po’ più in fondo: Conte ormai ne è diventato maestro e dispensatore, i suoi calciatori, da bravi allievi, la mettono in pratica: la mentalità vincente è la vera chiave. Fin dai primi minuti del match tutti i giocatori hanno palesato la voglia di regalare quella gioia ai propri tifosi: il goal dopo due minuti appena (anche se discutibile) ne è stata la prova. C’è da sottolineare inoltre un dato importante: tutti e tre i goal sono stati fatti da giocatori presi a parametro zero. Non chiamiamolo ‘caso’ nè fortuna ma loro si sono dimostrati campioni oltretutto sul mercato. Oltre che al presente, la Juventus guarda bene anche al suo futuro: Berardi e Zaza ne sono l’esempio chiaro, due giovani in prestito che stanno facendo benissimo nel campionato di massima serie. Il Napoli, invece, ha deciso di operare in modo diverso, dando possibilità e speranze alle cosiddette “scommesse”: quest’anno è toccato a Zapata stupire, l’anno scorso a Vargas. I risultati, purtroppo, non sono stati mai troppo positivi: l’attaccante cileno non ha convinto, il colombiano è ancora troppo acerbo.  La speranza azzurra però, ha un nome: Rafa Benitez, un vincente nato che potrebbe portare nuovi colori ad un mondo bianconero.

Articolo modificato 13 Nov 2013 - 12:27

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Scritto da
redazione