“Riecco i piangini. Che non mancano mai. Di solito, in questo periodo, cominciano le lamentele. Più o meno convinte. Contro gli arbitri. E, ovviamente, si fanno calcoli di quello che poteva essere e che invece non c’è stato. La verità, confermata dai fatti e dalle moviole, è che i direttori di gara hanno sbagliato molto: un po’ qua e un po’ là, un po’ a favore e un po’ a sfavore. Come si evince dalla tabella che compare in questa pagina e chiama in causa tutte le partite delle tre big che puntano allo scudetto. C’è stata, per rendere l’idea, una involontaria compensazione. Nel senso che al momento non c’è una squadra avvantaggiata più delle altre dagli errori arbitrali. La classifica, alla fine, rispecchia quello che è successo in campo. Eppure qualcuno ha già alzato la voce. Magari con messaggi trasversali. Come a dire: chi vuol capire, capisca. Garcia, ad esempio, dopo il pareggio con il Sassuolo all’ultimo istante: «Su Ljalic c’erano due episodi e poteva andare meglio. Invece ha preso un cartellino giallo». Il tutto condito da un «spero che le decisioni nel futuro non siano sempre nello stesso senso. Però non voglio parlare di questo». Ma lo ha fatto. Ha detto e non detto”.
“Anche dalla sponda napoletana in quest’ultimo periodo ci sono state considerazioni che hanno scaldato la sfida scudetto. Niente di grave, ci mancherebbe, dicono che faccia parte delle regole del gioco. Higuain per esempio, subito dopo la sfida di Torino ha twittato così: «Primo gol in fuorigioco e nell’azione con Ogbonna mi viene fischiato fallo quando è rigore. Haahaha…». Certo che non ha torto come conferma il moviolista Cesari sui canali Mediaset: «Higuain si è lamentato della trattenuta di Ogbonna, in effetti se l’arbitro avesse rivisto le immagini avrebbe dato il calcio di rigore. In quel caso è stato fischiato fallo all’argentino che, invece, è trattenuto da Ogbonna». Questo episodio e il fuorigioco di Llorente hanno scaldato gli animi azzurri anche se da tutta Italia parlano di strapotere bianconero sotto l’aspetto della grinta e del risultato. E del gioco. Tanto a poco”.