Ho vissuto gran parte delle avventure di Liverpool e Chelsea, ma sento che questa sfida è più grande, vista la struttura iniziale inferiore di questo club.
“Sì , chiaramente c’è una bella differenza rispetto ai due club inglesi con una r9osa ed una struttura già altamente organizzata e competitiva. Non hanno nulla a che fare con questo Napoli, che ha completato un viaggio molto rapido e drammatico dalla Serie C1 ad oggi. In pochi anni il club è tornato in auge come in passo, con un adeguato equilibrio finanziario, nessun debito. Ha ancora da crescere, ma è già arrivato lontano e bene”.
Vincere un titolo sarebbe una prodezza simile a quella con il Valencia ?
“No , il Valencia è ed è stato un club con una struttura definita. Ha un grande stadio, una buona città per fare sport e l’organizzazione è maturata nel corso degli anni. Questa differenza è stata Napoli. Qui la città sportiva la stiamo creando, lo stadio è municipale e sono tante le cose che abbiamo in mente di fare ma ci vuole tempo e pazienza. Nella struttura club simili non ce ne sono ma sono d’accordo che, per quanto riguarda il raggiungimento di risultati, potrebbe assomigliare al Valencia . E quindi sarebbe ancora più gratificante qui com’è stato in Spagna.
Qua la vogliono quasi fare Santo prima del tempo. Non ha paura di questo modo estremo di vedere il calcio? Il tutto o il niente.
“Cerco di mantenere l’equilibrio. Lancio messaggio cercando supporto quando le cose vanno bene ed al contempo quando vanno male. Lo sottolineo spesso. L’equilibrio è tutto nel nostro mondo”.
A lei, tecnico molto tattico, cosa ha insegnato il calcio italiano ?
“Già l’Inter mi ha insegnato molto. All’inizio della mia formazione viaggiai anche in Italia per informarmi ed immergermi in questo mondo del calcio così diverso . Qui in tre partite di fila si può giocare contro un 4-3-3 , poi contro un 3-5-2 un 4-4-1 o 5-3-2 . Nei primi quattro giorni ha visto tutti i possibili sistemi. Dal punto di vista del coach ti costringe a lavorare di più ma ti arricchisce tantissimo”.
Nei suoi ultimi discorsi ha insistito molto sul non fossilizzarsi sul possesso palla, elemento che ha fatto la fortuna del Barcellona in Spagna. Il Napoli è pronto a prendere la palla o a giocarla subito?
“È chiaro. Il gioco del Napoli prima che arrivassi io era basato sul contropiede , lavorando unicamente per Cavani. Napoli ed io abbiamo cominciato a lavorare da molto tempo prima a riguardo. In realtà, siamo stati la squadra della Serie A con più passaggi fatti ed il miglior possesso palla. Ma il lavoro della squadra non è ancora finito, siamo in fase di transizione, a metà tra una squadra che gioca di prima ed una che vuole avere il possesso palla.
Quindi , si vuole avere la palla.
“Poi dico un’altra cos : il possesso non è un obiettivo in sé, non è un obiettivo di tutti, è un modo di capire di calcio . Ma io dico sempre che tra il possesso e la riproduzione diretta ci sono molte sfumature, è un lungo viaggio. E questo viaggio è onere di chi deve dare equilibrio e costruire una squadra che sia in grado di tenere la palla quando necessita o passarla subito quando si deve”.
Può esistere un calcio spettacolare senza troppo possesso palla?
“Certo. In un preciso e veloce contropiede si palesa un calcio spettacolare senza fare troppo possesso. Mi ricordo quando ero in Spagna, che Juan Manuel Gonzalo esprimeva al meglio proprio quanto era bello un gol e un buon colpo di testa che diventano rete. O quanto è bello un contrasto a centrocampo, quando si scende ad intercettare la palla. Queste cose sono spettacolari , anche se ci sono persone che amano uno stile diverso”.
Simeone, essendo più giovane, sembra aver rubato il discorso di ‘ Partita dopo partita ‘. Posa o filosofia reale?
“Quando si gioca due partite a settimana è fondamentale pensarla così. Se non si trasmette questa idea per i giocatori è difficile gestire tutte le competizioni e si ha più possibilità di incorrere in sconfitte. Questo discorso funziona sempre soprattutto se si gioca ogni tre giorni”.
Nel corso degli anni, la sua calma è maggiore . Non lo immagino infuriato con giocatore o rimproverarlo con cattiveria. Come si confronta con loro?
“Dipende dal momento. Ci sono partite dove non serve caricare i giocatori e dire qualcosa di particolare ed altre dove devi essere più fermo e mostrare il tuo carattere”.
Maradona è un Dio a Napoli qui . Chi è il vostro Maradona all’interno della squadra?
“Non abbiamo un Maradona in squadra. Lui era troppo al di sopra degli altri. Noi vogliamo un giocatore importante che diventi un fuoriclasse insieme a tutta la squadra. La nostra idea si basa più sul gruppo, anche se c’è una Higuain , per esempio, che può essere più importante a questo livello. In questo Napoli sono andati in rete Hamsik, Callejon, Higuain e questo spiega come è strutturata la squadra. Diversi giocatori sono fondamentali in attacco, altri in difesa”.
Non le sorprende Callejon bomber del Napoli.
“Conoscevo già il giocatore ma ho dovuto capire come impiegarlo al meglio per far sì che desse il massimo, vedere dove avrebbe potuto brillare e gli ho fatto notare tanti dettagli tattici come il movimento tra le linee che lo stanno aiutando a crescere tanto. Se merita la Nazionale? Non voglio mettere pressione a Del Bosque, è il suo lavoro, ma è un giocatore che è sempre andando a segno perché ha qualcosa di diverso dagli altri”.
Cosa vorresti dire a quelli che dicono che Higuain è un marcatore … ma non incide nei momenti decisivi?
“Siamo molto soddisfatti di lui, infortunio a parte ovviamente. Gonzalo non segna solo gol, ma è un attaccante che segue il gioco e gioca per aiutare la squadra. Sa sempre cosa fare quando tocca la palla e ci aiuta molto, non solo con i gol ma nel gioco collettivo di attacco. Gli ho corretto solo due o tre particolari, sfumature da apportare per adattarsi al gioco di squadra. I suoi movimenti poi, cambiano a seconda di come giochiamo”.
Perché anche Reina migliora sempre di più?
“Pepe con noi gioca fa bene perché Xavi Valero, il nostro allenatore dei portieri , lavora davvero bene con lui ogni giorno fossilizzandosi sui piccoli dettagli. Si sa, inoltre, che ha la nostra piena fiducia . Tutto l’ambiente gli vuole bene”.
Albiol è il capo della tua difesa, non c’è dubbio .
“È molto importante per questo Napoli. Raul sa quello che vogliamo e lui è intelligente ad applicare le correzioni che vogliamo. Assimila ed applica. Ora penso che dovrei migliorare il suo italiano per giocare e comunicare ancora di più per giocare davvero al top ed aiutare i compagni che ha vicino”.
A Madrid parlano spesso di Lei..cosa c’è nel futuro?
“Sono contento che ci sono persone che mi ricordano in Spagna e riconoscono il mio lavoro, ma ora sono a Napoli. Madrid ha un buon l’allenatore ed io devo vincere con il Napoli”.
Uno Scudetto aprirebbe qualsiasi porta.
“Qualsiasi titolo aiuta la carriera, certo. Dopo tanti anni, la chiave del successo è proprio quella di continuare ad avere l’ambizione di vincere titoli e se si conquistano, si rafforza l’ idea di essere davvero competitivo”.
FONTE Marca
Articolo modificato 14 Nov 2013 - 02:57