BEPI CASARI – Scomparso proprio qualche giorno fa, portiere del Napoli dal 1950 al 53, è ricordato per gli eccezionali mezzi fisici e la capacità di accomunare stile e senso della posizione.
ARNALDO SENTIMENTI – Portiere azzurro in due fasi della sua carriera, dal 1934 al ’43 e dal 1945 al ’48, ritornando in attività dopo la seconda guerra mondiale, volendo rimanere in maglia azzurra. Una pietra miliare della porta partenopea, uno stakanovista, oltre che un affidabile e sicuro estremo difensore. E’ il secondo di cinque fratelli, tutti calciatori. Una famiglia predestinata…Sposò una ragazza napoletana, e proprio a Napoli, il 12 Giugno del 1997 volò in cielo per l’ultima volta.
PACIFICO CUMAN – Un decennio in azzurro (dal 1959 al ’69). Ha il merito di aver alzato due trofei con gli azzurri, la Coppa Italia 1961-1962 e Coppa delle Alpi 1966.
PIETRO CARMIGNANI – Arrivò in azzurro nell’affare Zoff, rimase in azzurro dal 1972 al ’77, riuscendo in pieno a far dimenticare Zoff, di cui non ne soffri l’ombra scomoda che lo minacciava. Rimasto attaccato alla città , è stato anche vice di Sacchi nell’avventura ai mondiali Usa ’94.
PIETRO CASTELLINI – Portiere dotato di notevoli riflessi e di notevoli doti acrobatiche, nelle sue parate spesso si esibiva in spettacolari voli plastici. Per queste sue caratteristiche venne soprannominato “il giaguaro”, a Napoli vi è stato dal 1978 all’85. Negli anni passati a Napoli ha vinto ogni anno la classifica del Guerin Sportivo come migliore portiere del campionato, ed una volta quella di miglior giocatore in assoluto.
RAFFAELE DI FUSCO – E’ stato il “secondo portiere” per antonomasia. Eternamente attaccato ai colori azzurri, per tutta la sua carriera preferirà vestire la maglia del Napoli invece che andare altrove a fare il titolare. Dal 1983 al ’98, con le uniche parentesi a Catanzaro e Tornio, in prestito, Di Fusco sarà prezioso non solo per il fatto di riuscire sempre a farsi trovare pronto, ma anche per le sue doti da uomo-collante dello spogliatoio, spesso anche consigliere dei vari tecnici che si sono susseguiti sulla panchina azzurra, ha vissuto gli anni d’oro e poi gli anni della decadenza. Un pezzo di storia azzurra a cui bisogna dire solo grazie per aver dedicato i suoi anni migliori agli azzurri, mettendo a disposizione duttilità , sensibilità e capacità di gestire la sua lunga permanenza come secondo portiere come pochi. Curiosamente l’11 giugno 1989, durante la partita Ascoli-Napoli, l’allenatore Ottavio Bianchi, trovandosi completamente senza più giocatori, schiera Di Fusco in attacco sostituendo Careca al 79′. Durante la sua carriera da allenatore dei portieri, ha ideato e brevettato il deviatore di traiettoria, uno strumento atto all’ausilio della preparazione degli estremi difensori.
GIULIANO GIULIANI – Compianto portiere azzurro, scomparso prematuramente nel 1996 per aver contratto l’AIDS. Fu il portiere del secondo scudetto, arrivò in azzurro nel 1988 e vi rimase fino al ’90, alzando anche al cielo la Coppa Uefa. Si ricorda una grande prestazione a Lipsia, contro il Lokomotive, dove parò anche la luna, oltre che per un lancio-assist lunghissimo che finì sui piedi di Careca che infilò il portiere avversario. Sicuro e affidabile tra i pali, disegnava le sue maglie e quelle dei suoi colleghi (tra i più famosi Pagliuca, Galli e Peruzzi).
GIOVANNI GALLI – Portiere azzurro dal 1990 al ’93, finalmente scacciò via un incubo; avere Maradona contro. Riesce a vincere solo una Supercoppa italiana nel ’90, e vive gli anni della lenta ed inesorabile caduta post-maradoniana. Guanti affidabili i suoi, sicuro e affidabile nelle uscite, peccava ogni qual volta di un certo immobilismo tra i pali, che cercava di ovviare con un’alta capacità di piazzamento.
GIUSEPPE TAGLIALATELA – “Batman” per i tifosi, “Pino” per i più intimi, i tifosi, appunto. Azzurro dal 1993 fino al ’99 non ha raggiunto l’ultimo step di una carriera dignitosa; la nazionale. Eroe per diverse stagioni, raramente insicuro, spesso decisivo quasi come un attaccante. Molto attaccato alla causa azzurra, ha spesso declinato offerte in piazze migliori pur di giocare ancora in azzurro. Onore e gloria per Pino…
FRANCESCO MANCINI – Portiere azzurro dal 2000 al ’03, è scomparso prematuramente lo scorso anno, colpito da infarto, all’età di 43 anni. In azzurro fu voluto da Zeman, a cui era molto legato, anche per le caratteristiche tecniche tipiche di un portiere zemaniano, e cioè una spiccata bravura a giocare coi piedi. Era soprannominato l’Higuita di Matera (sua città natale). Le tre stagioni partenopee furono giocate tra serie A e B, dove si mise in luce per la sua determinazione e capacità di coordinare i movimenti difensivi.
GENNARO IEZZO – S’innamorò di Napoli quando era in serie C, e lasciò il Cagliari, allora in massima serie, pur di giocare per quella magica maglia. Fu una scelta felice, se si considera che è stato tra i protagonisti della risalita degli azzurri, dalle viscere fino alla gloria dell’Europa. Paga un grave infortunio, a seguito del quale lascia il posto agli allora “colleghi” Gianello e Navarro. Si ricorderà per sempre anche per un rigore parato a Kakà , nonostante la gara termini per 1-0 in favore dei rossoneri. Dopo aver fatto il “secondo” Di De Sanctis, molla definitivamente e chiude la sua carriera di calciatore.