Esclusiva SN – Carlo Nesti: “Non mi aspettavo un impatto così positivo di Benitez. Hamsik? Lo vedrei meglio in un 4-3-3

Per gli appassionati di calcio ci sono voci che sono difficili da dimenticare in quanto hanno fatto da cornice e da colonna sonora a tante e tante domeniche di sport e passione. Tra queste figura senza dubbio quella di Carlo Nesti, uno dei giornalisti sportivi più conosciuti in italia: 40 anni di carriera divisi tra Guerin Sportivo90° minuto, Tutto il calcio minuto per minuto e la cronaca gloriosa di tante imprese della Nazionale Italiana.

Nesti è l’unico cronista italiano (in coabitazione con Carosio) ad aver preso parte come commentatore a ben 2 mondiali vincenti (1982 e 2006). SpazioNapoli l’ha intervistato in esclusiva. Ecco il Nesti pensiero:

La sosta per le nazionali è generalmente un’occasione per trarre un bilancio parziale della stagione. Nelle prime 3 posizioni ci sono Roma, Juve e Napoli. Quali sono secondo lei i punti di forza che stanno rendendo competitive queste tre compagini?

“La Roma, nella versione con Totti, è maestra nel possesso basso della palla, fino a quando il capitano non diventa l’infallibile trampolino di lancio per le punte esterne. La Juve è un “PC” stracollaudato, al quale è stato aggiunto, finalmente, il programma per concretizzare, senza sprecare energie. Il Napoli si è convertito da una filosofia attendistica a una propositiva, ed è alla ricerca dell’equilibrio giusto, per non essere troppo sbilanciato in avanti.”

Benitez ha dichiarato pochi giorni fa che si ritiene soddisfatto del lavoro svolto fino a questo momento. Lei si aspettava un impatto così immediato dello spagnolo con la realtà napoletana? Quali sono le sostanziali differenze con la passata stagione?

“Francamente no, perché le difficoltà erano 2: una individuale, rappresentata dall’inserimento di tanti nuovi giocatori, e una collettiva, costituita dalla trasformazione dell’atteggiamento, da prudente a spregiudicato, della squadra. Ritenevo che fosse necessario più tempo, e il disagio si è avvertito solo a Londra, contro l’Arsenal, e a Torino, contro la Juventus, mentre a Roma ha pesato, con 3 pali e Pandev mangia-gol, la sfortuna.”

Marek Hamsik non sta vivendo un esaltante periodo di forma. Secondo lei i problemi sono da ricercare nella posizione in campo e nel modulo di gioco o è solamente un calo fisico?

“A mio giudizio, Hamsik è simile agli Zidane e ai Rivaldo, fantasisti atipici, che amavano partire da lontano, piuttosto che agire da trequartisti puri. Non gradisce giocare spalle alla porta, perché ha bisogno di vedere subito, frontalmente, l’area avversaria. Per questo, ritengo che il modulo 4-3-3, almeno contro le formazioni di pari forza, se non più forti, sarebbe l’ideale per lui, con l’arretramento in mezzo a Behrami e Inler, ideali ‘guardie del corpo'”.

Il Presidente De Laurentiis ha annunciato un mercato di gennaio da 50 milioni di euro. Quali mosse permetterebbero al Napoli di compiere un ulteriore salto di qualità?

“La lacuna principale del mercato estivo era l’assenza di esterni bassi, dotati di caratteristiche più difensive che offensive. In questo senso, Reveillere può essere prezioso, con la sua esperienza, per proteggere meglio, attraverso sapienti “diagonali”, la retroguardia. Inoltre, Behrami, Inler e Dzemaili sono ottimi giocatori, ma serve almeno un quarto mediano-interno. Potrà essere Matuidi? O Fernando? Forse, più che il costoso Gonalons.”

Oltre che per lo spettacolo in campo questo primo scorcio di campionato si è distinto, negativamente, per la questione dei cori di discriminazione territoriale. Ritiene che si stiano prendendo le giuste contromisure a riguardo? Come andrebbe affrontato il fenomeno secondo lei?

“Non esiste nessuna soluzione immediata, del tutto soddisfacente, ma la ricerca del male minore. E’ evidente la dissociazione fra ultras estremisti e società, alla luce della disponibilità più a coalizzarsi fra loro, che a tifare per la squadra del cuore. In virtù di ciò, ritengo giusto non punire i club, ma chiudere i settori degli stadi. Se poi fossero riempiti, ogni volta, da bambini, credo che certa gente comincerebbe a sentirsi meno “indispensabile”.

Antonio Allard

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