Rafa sorride, Britos è tornato per riprendersi il Napoli e la Nazionale

L’infortunio è lontano, ormai. Il ruzzolone sul prato dell’Olimpico, nella sfida con la Roma, quella spalla a penzoloni e il dolore lancinante: tutto fa parte dei ricordi, adesso, così come l’intervento chirurgico a cui s’è dovuto sottoporre, un mese fa, per ridurre la lussazione. Oggi, Miguel Angel Britos è un giocatore nuovamente disponibile, che Rafa Benitez ritrova con grande soddisfazione. Soltanto l’infortunio l’ha escluso dalla formazione titolare, perché fino a quel momento, il difensore aveva messo insieme 12 presenze tra campionato e Champions League. Nel giro degli arruolabili c’è ritornato alla vigilia della trasferta di Torino: per l’occasione, Benitez l’ha tenuto in panchina fino alla fine, perché il suo Napoli più che difendere avrebbe dovuto attaccare per provare a rimettere in piedi il risultato.

Obbiettivo scudetto – Britos ha la necessità di accelerare, di riprendersi il posto da titolare. Negli schemi dell’allenatore spagnolo, lui è il mancino tra i due centrali difensivi, l’altro è Albiol che pure punta al Mondiale brasiliano con la Spagna. Prima, però, c’è un campionato ancora tutto da giocare, c’è una classifica che invoglia a non mollare: 4 punti dal primato non sono una distanza incolmabile. Anzi, il Napoli è dall’inizio che ha dichiarato l’obiettivo: lo scudetto. Ed è in quest’ottica che sta lavorando Benitez, che ha ridato convinzione e garantito la continuità a Britos, reduce da due stagioni con Mazzarri durante le quali ha trascorso più domeniche in panchina che in campo.
Voglia mondiale – Per il difensore è giunto il momento del rientro. Benitez potrebbe ricostruire la coppia con Albiol a partire da sabato sera, nell’anticipo contro il Parma per poi riproporla martedì a Dortmund in Champions. Punterà a rilanciarsi, Britos, perché dall’esito di questa stagione potrebbe dipendere anche il suo futuro in nazionale. Avrà sei mesi a disposizione per convincere il c.t. Tabarez a inserirlo nella lista dei convocati per il Mondiale.

Fonte: La Gazzetta dello Sport