Quindici giorni senza campionato, quindici giorni di chiacchiere e inezie. Il binomio è inscindibile, ormai ce ne siamo fatti una ragione. Le perle di Cristiano Ronaldo, la resurrezione francese, l’illusione mondiale dell’Islanda ci hanno tenuti a malapena ancorati al calcio giocato. Tutto il resto da contorno è divenuto protagonista. A cominciare dalla cronistoria del triangolo “sconsiderato” Icardi-Wanda Nara-Maxi Lopez, una soap opera velatamente noiosa. Poi c’è il “New deal” del Thohir-style nella Milano nerazzurra, fatto di inchini, promesse e qualche immancabile broncio. Ma a farla da padrona è sempre il mercato. Una volta stipato nelle sue due sessioni canoniche. Ora è straripato e investe l’intera stagione pallonara.
La curva domanda-offerta. Si lascia brillare davanti agli occhi del consumatore quanto questi desidera, piazzando strategicamente il prodotto. La tua squadra arranca o quanto meno presenta delle lacune? Quale momento migliore per stuzzicare la fantasia se non durante la sosta, quando lo stress domenicale è in stand-by.
Accade anche in casa Napoli. Ad onor del vero le varie sirene si infiammano e si affievoliscono ad intervalli più o meno costanti. Certo, dopo le due sconfitte negli scontri diretti e il presunto ridimensionamento da più parti invocato, mitragliare nomi a salve per puntellare la rosa è opera fin troppo maldestra e banale. Un centrale di assoluto livello, un altro centrocampista e un vice-Higuain sono punti interrogativi lasciati a bollire sul fuoco delle polemiche da quest’estate. La moria degli uomini di fascia ha lanciato un nuovo campanello d’allarme. E allora via con la musica,, che il valzer delle trattative a mezzo stampa abbia inizio. I 124 milioni in cassa twittati da De Laurentiis sotto il sole d’agosto giustificano attese e castelli di sabbia. Conti alla mano ne resterebbero una cinquantina. Saranno spesi? Con raziocinio, se possibile.
Il colpo in canna è senz’altro Javier Mascherano. Purtroppo rischia di rimanere lì. Benitez lo vorrebbe a tutti i costi e il giocatore non avrebbe rifiutato l’ipotesi Napoli. L’ingaggio di circa sei milioni è un grosso ostacolo, soprattutto per gli eventuali malumori nello spogliatoio già latenti dopo il congruo adeguamento offerto a Zuniga. Tra l’altro c’è il veto posto dal Barcellona sull’argentino. Una cessione simile va ponderata al meglio, nessun semaforo verde se prima non si è in possesso di una valida alternativa. Una piastrella da levigare col tempo. E gennaio non è il mese giusto.
Un aspetto, quest’ultimo, da non sottovalutare. Perchè il mercato invernale, riparatore per antonomasia, sa un po’ di compravendita dell’usato sicuro, con l’inganno nascosto appena dietro l’angolo. Sarà la coincidenza dei periodi, eppure azzarderei a paragonarlo con il classico mercatino natalizio. Sfiziosi ornamenti e prodotti tipici tirati a lustro per l’occasione, in vendita a prezzi accessibili e spesso funzionali sono a breve termine. Non è raro, però, che inebriati dall’atmosfera tradizionalista si finisce per acquistare oggetti praticamente inutili ad un costo piuttosto spropositato rispetto al valore intrinseco.
Attenzione alla “sola” post-vacanze, soprattutto perchè i falchi aleggiano sui gruzzoletti già conclamati. Il forte avvicinamento degli ultimi giorni tra il Napoli e Luca Antonelli, esterno del Genoa, non genera capriole di giubilo. Senza screditare l’apporto che il mancino brianzolo potrebbe dare, gli 8 milioni chiesti da Preziosi sono una cifra eccessiva da sborsare. Purtroppo il meccanismo è palese, tutti strizzano l’occhio al tesoretto ostentato dal presidente. Occhio ai tranelli. Anche perchè, con lo stop alla trattativa per Astori, è stato inviato un messaggio ben preciso: vogliamo top player, altrimenti proseguiamo con il gruppo che abbiamo. Spendere senza costrutto non sarebbe annoverato nella carta degli intenti. E’ vero, può subentrare l’emergenza e destabilizzare i piani. L’operazione Revelliere, tuttavia, ha dimostrato come venirne a capo.
A proposito, uno sguardo alla Francia. In quella che ha staccato il ticket per Brasile 2014 spicca il volto di Matuidi, seguito dal ds Bigon. Sempre dalle terre transalpine non sembra tramontare ( o magari è tenuta in piedi con le stampelle) la pista Gonalons, centrocampista del Lione da tempo nel mirino di Rafa Benitez. Anche qui occhio alla spesa. Pretese al rialzo, sull’ingaggio per il primo e sul cartellino per il secondo.
Chiacchiere da bar lo scambio Ranocchia-Cannavaro. Forse un mezzo contatto o, probabilmente, un polverone sollevato dai procuratori di entrambi i calciatori per tirare acqua al proprio mulino. Allo stato attuale, se ci fosse un fondo di verità, sarebbe ovviamente il Napoli ad uscirne rafforzato. L’ormai ex capitano azzurro è evidentemente fuori dagli schemi del tecnico. Non solo una zavorra, ma tritolo puro pronto ad esplodere in qualsiasi momento.
Intanto Vargas continua ad esaltarsi lontano dal Vesuvio, con la maglia del Gremio e della nazionale. Con questi presupposti, una bocciatura senza attenuanti può trasformarsi in pepita d’oro se gestita bene dal nostro ds.
Infine c’è il capitolo Reina. Simbolo del riscatto degli “scarti” acquistati la scorsa estate e punto fermo della truppa partenopea, è finito nel campo magnetico della calamita Barcellona. In molti, soprattutto in Spagna, ritengono ci sia già un accordo di massima tra le due parti per l’anno prossimo. Lui, impazzito per Napoli, vuole vincere in maglia azzurra. Vincere subito. Attendere il prossimo giugno potrebbe essere troppo tardi. Via dai mercatini. Non c’è spazio per altre decorazioni.
Ivan De Vita
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Articolo modificato 21 Nov 2013 - 21:25