Un Parma da Champions League, in scia anche per vincere lo scudetto. Se si giocassero solo 45 minuti alla volta. Se non ci fosse il duplice fischio dell’arbitro a interrompere la partita e a mandare tutti a dissetarsi e riprendere fiato. Perché la squadra di Donadoni viaggia fortissima nei primi tempi: 21 punti fatti (come Inter e Roma). Meglio soltanto Juventus (23) e Napoli (24). Appunto, gli avversari di questa sera.
Sbriciolati – Invece di 21 però il Parma si ritrova in tasca solo 13 punti. È un Parma dalle tasche bucate che perde le molliche di pane raggranellate in strepitose prime frazioni. Vinceva con la Roma (poi k.o. 3-1), con la Fiorentina (alla fine 2-2) e a Verona contro l’Hellas (poi 2-3): ipotetici 9 punti sgretolati in 45 minuti. Nella tasca alla fine solo un punticino. Poteva essere un tempio in cui sognare, ci si ritrova in una chiesetta di paese con la retrocessione quattro passi indietro. Meriti degli avversari, demeriti dei ragazzi di Donadoni (e qualcuno forse dello stesso tecnico). Alla fine si sommano e si annullano.
Occhio all’avvio – Fatto sta che stasera si entra in casa della capolista dei primi tempi. Il Napoli ne ha fatti 24 di punti. Una lettura tattica della gara può essere proprio questa. Perché il Parma, nei primi 45 minuti, non ha preso gol 8 volte su 12. Donadoni sa che i numeri però non scendono in campo. E con la gioia nel cuore per la nascita della figlia Bianca affronta il match così: «Sappiamo tutti che andremo ad affrontare un’ottima squadra. Sono convinto che ognuno di noi deve avere l’obiettivo di non accontentarsi e di saper andare oltre il compito di fare le cose per bene – ha spiegato l’ex c.t. azzurro -. I professionisti che lavorano al nostro livello devono avere questa mentalità».