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Careca: “Per vincere a Dortmund servono grinta, precisione ed organizzazione. Higuain? Un campione”

Pure a Campinas il tempo è quel che è. Cielo grigio, nuvole basse, pioggia e sole che si danno il cambio. E allora, domenica in casa anche per Careca. Tv, calcio, tanto calcio, ragionamenti sul Napoli lontano.
«Lontano? Macchè. Il Napoli è uno dei miei pensieri fissi. Nelle ultime stagioni credo d’essermi perso quattro o cinque partite, non di più. Ma lo sa che qui in Brasile sono uno dei massimi esperti del calcio italiano e di sicuro il più aggiornato?»

Bene. Meglio così signor Careca. E allora, visto l’ultimo Napoli? L’ha fatta veramente grossa contro il Parma, non le pare?
«Una partita sciagurata. Il Napoli non mi è piaciuto. La verità è che se il Parma ha giocato la miglior partita della sua stagione è stato anche perché glielo abbiamo permesso noi».

Noi?
«Sì, noi. Per me il legame con la maglia azzurra non s’è mai spezzato».

Però il Napoli di oggi non sembra avere nei suoi confronti gli stessi sentimenti. Non ha mai seguito un suo consiglio. Ogni volta che lei gli ha segnalato un calciatore?
«E’ vero. L’ultimo è stato Damiao. Costava poco o niente, allora. Chissà, forse non sono simpatico a questi dirigenti, Forse non credono in me e la cosa mi dispiace».

Ha pronto un altro nome?
«Oggi consiglierei Rodrigo Caio, il mediano ventenne dai piedi d’oro del San Paolo. Mi ricorda Paulo Roberto Falcao. Prendilo Napoli! E’ un affare perché costa ancora poco».

Diceva del Napoli col Parma?
«Non mi aspettavo la sconfitta. Ma il fatto più grave e che stasera c’è la Champions. Nonostante il Borussia non sia in chissà quale grande forma, se giochiamo così anche in Germania non ne usciamo vivi. In quanto a risultato, dico».

E invece per uscirne “vivi” che cos’è che dovrebbe  cambiare nella squadra?
«Stasera serviranno grinta, passione, precisione e rapidità nei passaggi e molta, molta più assistenza agli attaccanti».

Insomma, il contrario di tre giorni fa. Possibile? In così poco tempo il Napoli può cambiare tanto?
«Può farlo. Questione di motivazioni. Contro il Parma il Napoli m’è sembrato molle e depresso. Ma il brivido della Champions può fare miracoli».

Miracolo, certo. Forse è proprio questa la parola giusta.
«Niente pessimismo, per favore. Questo è il momento di pensare positivo. Poi, a gennaio…».

Quindi anche lei è convinto che il Napoli per non perdere ambizioni debba muoversi bene sul mercato dell’Epifania?
«Beh, certe cose sono sotto gli occhi di tutti. La difesa va rinforzata. Ma con elementi di già sicura qualità internazionale, non con improbabili campioni e poi in mezzo al campo la pianta organica azzurra è sottodimensionata. Numericamente manca almeno un giocatore. Qualitativamente pure due.  Di qui a gennaio il Napoli deve avere un obiettivo solo: resistere. Che vuol dire? Vuol dire andare avanti in Champions, ci mancherebbe, e poi arrivare alla sosta di Natale con non più di tre o quattro punti di distacco dalla prima. Così nulla sarebbe compromesso. Anzi».

 Torniamo alla Champions. Anche il Borussia ha i suoi problemi.
«Forse ne ha anche più del Napoli. Per questo stasera si batterà alla morte».

Al Napoli basta pareggiare.
«Sarebbe un errore andare in campo per provare a speculare. Sarebbe fatale. Il Borussia ha problemi? Meglio: il Napoli giochi per vincere. Poi, se pareggerà saremo felicissimi lo stesso. L’importante è chiudere il discorso del girone già in Germania e non rischiare poi in casa contro l’Arsenal».

Teme gli inglesi?
«Certo, oggi l’Arsenal è una squadra in grande forma».

Sta tra le quattro che a suo avviso arriveranno alle semifinali?
«No. Vuole le mie semifinaliste? Barcellona, Bayern Monaco, Psg e Atletico Madrid. Attenti all’Atletico Madrid».

Può vincere la Champions?
«Difficile. Dovessi scegliere tra quelle quattro, direi ancora Bayern Monaco».

E in Italia, invece, chi vede favorita?
«La Roma mi piace, ma la Juve resta la più forte. Il mio sogno? Una volata a quattro: Juve, Roma, Napoli e Inter. Ed è superfluo dire a chi vorrei che poi andasse lo scudetto, no?».

Mi parli di Higuain.
«Uno dei pochi che poteva sostituire Cavani senza far versare lacrime ai tifosi».

Però non segnerà mai come El Matador. Questo non sarà un rimpianto?
«Lo sarà se non continueranno a fare gol Hamsik e Callejon e se non cominceranno a farlo Insigne e Mertens».

Careca, Cavani, Higuain. Come li sistemerebbe in una classifica ideale?
«Esattamente nell’ordine in cui consapevolmente o inconsapevolmente li ha sistemati lei».

Ok. Allora mi dica di Benitez.
«Ha vinto molto in Europa e quindi è bravo. Mi sembra sia apprezzato anche dalla squadra e dalla gente».

Però? Perché a questo punto c’è sempre un però, non è vero?
«In verità non lo conosco bene e quindi diventa complicato giudicarlo. Sta tentando di cambiare un po’ la mentalità del calcio italiano; sta provando a forzarne anche le abitudini proponendo riposi lunghi e abolizione dei ritiri prima delle partite in casa. Non so se alla lunga la spunterà lui oppure no. Fossi io? Beh, io non farei tutto così in fretta».

E ora dica del suo gioco. E di quella che sembra una rigidità tattica a volte anche eccessiva. Che ne pensa?

«L’ho detto: lo conosco poco. Ma lo rispetto. Ha le sue idee e fa bene a portarle avanti. Poi saranno i risultati a giudicarlo. E per lui e per il Napoli mi auguro che alla lunga i giudizi siano tutti lusinghieri».

FONTE Corriere dello Sport

Articolo modificato 26 Nov 2013 - 10:36

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Scritto da
redazione