Mentalità: struttura mentale di un individuo; modo particolare di considerare le cose. Questa, secondo il dizionario, è la definizione di ‘mentalità’, termine che in questi ultimi due anni, tifosi e giornalisti hanno imparato ad utilizzare ogni qualvolta provavano ad analizzare il motivo per cui il Napoli, in determinate sfide cedesse a fattori come il calo d’attenzione o all’ansia da prestazione. In effetti, più per un fattore puramente fisico, sembra che il Napoli soffra spesso di una sorta di pressione psicologica, dettata probabilmente, dai numerosi impegni e dalle forti aspettative che il popolo partenopeo nutre nei propri giocatori. Certo è che non si può giustificare il risultato di alcuni match che sin dal primo minuto il Napoli avrebbe dovuto mettere in cassaforte. E’ proprio in queste partite che gli azzurri hanno dimostrato un approccio fin troppo rilassato, il cui esito non ha sicuramente giovato all’irrefrenabile corsa allo scudetto, al momento più complessa.
E’ risaputo che le guerre non si vincono solo nelle grandi battaglie ma anche in quelle di minor importanza, dove, per squadre con le potenzialità del Napoli, risulterebbe più facile colpire e affondare il bersaglio. In partite come quella contro il Sassuolo, il club partenopeo è caduto in uno dei tranelli più frequenti del calcio, ossia sottovalutare un avversario che non era debole bensì ferito nell’orgoglio. Purtroppo, parlare di una scarsa spinta motivazionale solo nelle partite di minore importanza sarebbe poco veritiero. Tale discorso infatti, si può benissimo applicare anche alle gare dove le motivazioni ed il carattere avrebbero dovuto fare da padrone. Contro Roma, Arsenal e Juventus ad esempio, si è palesata negli azzurri la famosa “ansia da prestazione“, la paura di essere sovrastato dal nemico e non essere all’altezza di un big match da non poter sbagliare poi fallendolo. Il Napoli, in questi casi non ha affrontato la propria paura sconfiggendola, ma si è lasciato attanagliare in una morsa famelica che non ha fatto altro che lasciarlo in balia degli avversari, annullandolo completamente e rendendolo irriconoscibile.
Insomma, mentalità o no, il Napoli deve imparare a scendere in campo, attento, motivato, cinico ma soprattutto senza paura. Quale migliore occasione di stasera per dimostrare che gli azzurri hanno imparato dai propri errori e che sono maturati ancor di più per intraprendere il tanto sperato salto di qualità. A Dortmund per vincere non solo la battaglia ma anche la guerra, pronti a violare la porta avversaria e far sognare ancora una città che crede fermamente nella propria squadra.
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Articolo modificato 26 Nov 2013 - 13:09